The Patriarch of Constantinople wrote a message to the Orthodox faithful on the occasion of Easter.

“Siamo solidali con il pio e coraggioso popolo ucraino, che sta sollevando una pesante croce, preghiamo e lottiamo per la pace e la giustizia per coloro che ne sono privi. È impensabile per noi cristiani rimanere in silenzio di fronte alla distruzione della dignità umana. Insieme alle vittime dei conflitti armati, il “grande perdente” delle guerre è l’umanità, che nella sua lunga storia non è riuscita ad abolire la guerra. Non solo la guerra non risolve i problemi, ma ne crea di nuovi e più complessi. Diffonde la divisione e l’odio, allarga l’abisso tra i popoli. Crediamo fermamente che l’umanità possa vivere senza guerre e violenza.”

Con queste parole, contenute in un messaggio, il Patriarca di Costantinopoli si è rivolto ai fedeli in occasione della Santa Pasqua Ortodossa. Bartolomeo I ha ricordato anche la sua visita in Polonia ai profughi ucraini in fuga dalla guerra.

IL TESTO DEL MESSAGGIO 

Dopo aver attraversato l’arena delle lotte ascetiche della santa e grande Quaresima, avendo vissuto nella contrizione le sante sofferenze del Signore, riempiti ora della luce immutabile della sua gloriosa Risurrezione, cantiamo e glorifichiamo il suo nome, proclamando il salvifico annuncio: “Cristo è risorto!”

La Resurrezione è il nucleo della fede, della pietà, della cultura e della speranza ortodossa. Nella sua manifestazione divino-umana, sacramentale e cultuale, spirituale, morale e pastorale, così come nella buona testimonianza della grazia venuta in Cristo e dell’attesa “risurrezione comune”, la vita della Chiesa incarna e riflette l’annientamento dell’impero della morte attraverso la croce e la risurrezione di nostro Signore, così come la liberazione dell’essere umano “dal giogo del nemico”. Questa è la Resurrezione di cui sono testimoni i santi e i martiri della fede, il dogma, l’ethos, la struttura canonica e la liturgia della Chiesa, le chiese, i monasteri e i nostri luoghi di pellegrinaggio, lo zelo divinamente ispirato del clero, la dedizione incondizionata dell’avere e dell’essere dei monaci in Cristo, lo spirito ortodosso dei credenti e lo slancio escatologico di tutto lo stile di vita ecclesiale.

Per gli ortodossi, celebrare la Pasqua non è una fuga temporanea dalla realtà di questo mondo e dalle sue contraddizioni, ma una chiara dichiarazione della fede incrollabile che il Liberatore del genere umano, che con la sua morte ha spezzato la morte, è il Signore della storia, il Dio dell’amore che è sempre “con noi” e “per noi”. La Pasqua è la certezza profonda che Cristo è la Verità liberatrice, il fondamento, l’asse esistenziale e l’orizzonte della nostra vita. “Senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,5). Nessuna circostanza, “afflizione, angoscia, persecuzione, fame, bisogno, pericolo, spada” (Rom 8,35) può separare i credenti dall’amore di Cristo. Questa certezza incrollabile ispira e rafforza la nostra creatività, la nostra volontà di “lavorare insieme per l’opera di Dio” (I Cor 3,9). Assicura che di fronte agli ostacoli insormontabili, di fronte alle impasse, dove nessuna soluzione umana sembra possibile, c’è speranza e prospettiva. “Posso fare ogni cosa in colui che mi fortifica” (Fil 4,13). In Cristo risorto, sappiamo che il male, in tutte le sue forme, non ha l’ultima parola nel corso dell’umanità.

Pieni di gratitudine e di gioia per l’onore e il valore che il Signore della gloria ha concesso all’umanità, siamo rattristati oggi dalla violenza multiforme, dall’ingiustizia sociale e dalla violazione dei diritti umani. “La gioiosa proclamazione della resurrezione” e “Cristo è risorto” si sentono insieme al rumore delle armi, il grido di angoscia delle vittime della violenza della guerra e dei rifugiati, tra cui molti bambini innocenti. Abbiamo visto i problemi con i nostri occhi durante la nostra recente visita in Polonia, dove la maggior parte dei rifugiati dall’Ucraina ha chiesto asilo. Condividiamo la sofferenza del pio e coraggioso popolo dell’Ucraina che porta una pesante croce; preghiamo e lottiamo per la pace e la giustizia per coloro che ne sono privi. Per noi cristiani, è impensabile rimanere in silenzio di fronte al crollo della dignità umana. Insieme alle vittime dei conflitti armati, il “grande perdente” delle guerre è l’umanità, che nella sua lunga storia non è riuscita ad abolire la guerra. Invece di risolvere i problemi, la guerra ne causa di nuovi e più complessi. Semina discordia e odio; allarga il divario tra i popoli. Crediamo fermamente che l’umanità possa vivere senza guerra e senza violenza.

Per sua stessa natura, la Chiesa di Cristo funziona come un operatore di pace. Non solo prega “per la pace dall’alto” e per “la pace del mondo intero”, ma sottolinea l’importanza dello sforzo umano per realizzare la pace. Il compito del cristiano è soprattutto quello di “fare la pace”. Cristo chiama “beati coloro che lavorano per la pace”, la cui lotta è la presenza tangibile di Dio nel mondo, e che rappresentano la pace “che supera ogni comprensione” (Fil 4,7), nella “nuova creazione”, nel Regno benedetto del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Nel documento del Patriarcato Ecumenico “Per la vita del mondo”, l’ethos sociale della Chiesa ortodossa, si sottolinea giustamente che la nostra Chiesa “onora tutti questi martiri per la pace come testimoni della potenza dell’amore e della bontà della creazione nelle sue forme originali e ultime, e dell’ideale di condotta umana stabilito da Cristo nel corso del suo ministero terreno” (§ 44).

La Pasqua è una celebrazione della libertà, della gioia e della pace. Celebrando piamente la risurrezione di Cristo e sperimentando in essa il nostro incontro, adorando nella fede il grande mistero della Opera Divina, e partecipando alla “festa comune di tutti”, estendiamo dalla sede sempre crocifissa, sempre risorgente e onniveggente della Chiesa di Costantinopoli a tutti voi, reverendissimi fratelli e cari figli, un accorato saluto pasquale, invocando per voi la grazia e la misericordia di Cristo, il Dio di tutti, che è morto nell’Ade e ci ha dato la vita eterna.

Phanar, Santa Pasqua 2022

† Bartolomeo di Costantinopoli vostro fervente intercessore in Cristo risorto