Mauro Gambetti continues to hire friends. But who pays?

L’opera di Mauro Gambetti continua all’interno della Basilica di San Pietro e della Fabbrica. Il cardinale francescano in questi mesi ha continuato a fare e disfare indisturbato mentre dalla Segreteria di Stato e da Santa Marta continuano ad arrivare richieste. Molti si stanno chiedendo quando vedremo le grandi innovazioni di questa gestione, altri hanno appurato che non sono arrivate e probabilmente non arriveranno mai. Certo, la Basilica più importante del mondo è diventata la vetrina per alcuni soggetti che non hanno nessun titolo di studio, se lo hanno non ha nulla a che vedere con ciò che sono stati chiamati a fare qui, e quant’altro. Il luogo dove sono custodite le spoglie dell’apostolo Pietro è diventato un vero e proprio teatro: convegni, conferenze e rappresentazioni. Ciò che manca è la preghiera. Tutto il mondo si è accorto di questo in occasione dei funerali di Sua Santità Benedetto XVI. Ne avevamo parlato qui

Per quanto riguarda le relazioni, invece, ci sono grandi esperti che ritornano nelle passeggiate assisane.

Mauro Gambetti: il ricordo ad Assisi

Lasciando la porta di ingresso del Sacro Convento e dirigendoci verso il grande piazzale, chiacchieriamo con alcuni frati minori conventuali che hanno subito, per lungo tempo, la presenza di Padre Mauro Gambetti e Padre Enzo Fortunato all’interno del Sacro Convento. Il ricordo non è affatto roseo e ci viene detto che la maggior parte dei soggetti che ora ci siamo ritrovati in Vaticano a fare danni, erano alla corte di Mauro Gambetti anche ad Assisi.

“Non c’è competenza. Si tratta di un uomo che ripropone il modello adottato qui, il quale ha creato diversi disagi e ne crea ancora oggi, anche nella Basilica di San Pietro. La scuola? Le aule sono identiche a quelle che abbiamo qui nel Chiostro del Sacro Convento. Che senso ha fare una scuola di arti e mestieri quando ci sono delle istituzioni apposite? Un giovane che viene inserito lì dentro non avrà alcun titolo da poter spendere un domani. Sì, proprio come il Centro Aletti. Quei titoli non valgono nulla. Quelle persone che ha messo negli uffici contabili in Vaticano, qui cosa hanno fatto? Un disastro”, lamenta un frate in servizio nella Basilica di San Francesco d’Assisi.

Nonostante Mauro Gambetti goda del favore della stampa, all’interno dello Stato è ben risaputo quanto sta facendo nella Fabbrica di San Pietro. Ai momenti di preghiera il frate arriva sempre all’ultimo minuto, sempre di corsa ma quando c’è da accogliere i signori con le tasche piene, Gambetti è in prima fila. Ad accompagnarlo, poi, c’è Padre Enzo Fortunato, anche lui afflitto da una particolare patologia che è particolarmente contagiosa durante questo pontificato: si tratta di un comportamento, incontrollabile, quando si accende quella luce rossa della telecamera. Gli occhi si spalancano, la luce viene proiettata sul viso e si iniziano ad avere le palpitazioni.

Nel caso specifico, poi, il tutto è accompagnato anche da un movimento incontrollato della bocca che fa dire: “brava gente”. Non è chiaro se la neo nominata psicologa del FAS possa fare qualcosa, ma certamente i buoni proposito ci sono.

“Anche qui ad Assisi non lo si vedeva mai in Chiesa. Davanti al tabernacolo nulla, davanti alla telecamera sempre presente”, commenta un suo confratello. E in effetti, la dipartita per Roma non è stata semplice. Quando alla rivista arrivarono Riccardo Giacon e Giulio Cesareo, per padre Fortunato fu un colpo al cuore. Mauro Gambetti, però, non ha lasciato i suoi amici in preda allo sconforto. Come è noto, qui in Vaticano abbiamo aperto la porta (ed anche il portafogli) a numerosi soggetti che sono stati silurati a Bologna o ad Assisi. Oggi, accade ancora e per uno che va ce n’è sempre uno che viene. A prendere il posto dell’irascibile Flaviano Vitali è arrivato Alberto Capitanucci. Vitali non lascerà la poltrona, sia chiaro. Ora si dedicherà alla Scuola neonata. “A nessuno frega niente di questa roba, si tratta solo di creare nuovi posti in cui piazzare qualcuno”, bofonchia un anziano monsignore della Segreteria di Stato.

Papa Francesco aveva parlato di assunzioni trasparenti e si era fatto promotore di un sistema che avrebbe minato il familismo amorale. In precedenza, infatti, qui in Vaticano c’era corruzione, gente che spendeva soldi, amici che assumevano amici. Oggi non è più cosi, giusto? Ah, no, forse qualcosa non torna.

Capitanucci, altro esponente della politica del Partito Democratico, è stato recentemente silurato. “Dopo mesi di rumors, ha formalizzato le sue dimissioni il 23 marzo”, riferiscono ad Assisi. Neanche il tempo di dimettersi, che c’è chi lo assume. Chi se non il suo amico Mauro?

In questi anni, grazie alla gestione di Mauro Gambetti, sono stati spesi tanti di quei soldi che le casse della Fabbrica sono state letteralmente prosciugate. Gli amici dovevano venire, a titolo gratuito, solo per poco tempo, per aiutare. Al contrario, hanno occupato le poltrone, si sono incollati e percepiscono lauti stipendi. Poi ci sono i numerosi progetti che hanno portato a spese di soldi incredibili: si pensi al fatto che anche solo per stampare degli indicatori per i nuovi orari e i nuovi percorsi, sono stati stampati con errori grossolani di orario e quant’altro. La Fondazione Fratelli Tutti è divenuto il IV mistero di Fatima. Ancora non c’è stato nessun veggente che abbia rivelato a cosa serva questa Fondazione. Certo, ora che è stato messo Mons. Nicolini come Direttore Gestionale Amministrativo del Centro di Alta Formazione «Laudato si’», i conti faranno presto a tornare in regola. 

Pranzi, cene, banchetti con vista piazza San Pietro, coprispalle che svolazzano per tutta la piazza e chi più ne ha più ne metta. I portoni aperti nella Basilica di San Pietro, in queste settimane, hanno permesso l’ingresso anche dei piccioni. “Beh, la Chiesa deve accogliere tutti, no?”, scherzano in Segreteria di Stato. Eppure, qui c’è poco da ridere. Fra stucchi che cadono e disastri vari, la Basilica ne sta risentendo pesantemente. “Soldi, soldi, soldi, quanti soldi. Lodati siano soldi I beneamati soldi perché. Chi ha tanti soldi vive come un pascià. E a piedi caldi se ne sta (viva i soldi!)”, direbbe Betty Curtis.

Ma la preghiera?

Ci sono giornaliste fanno le scale per raggiungere il mega ufficio di Mauro Gambetti per decidere cosa pubblicare e cosa no. Il problema, per queste menti eccelse, sembrava essere Angelo Comastri. Oggi, con questo sistema, invece, tutto funziona.

Tutto si può dire ma durante gli anni in cui Comastri è stato Arciprete, la Basilica era un luogo di preghiera. Oggi, invece, si punta a far soldi. Come avevamo anticipato, infatti, sono partiti, seppur con grande ritardo rispetto alle aspettative, i percorsi differenziati fra oranti e visitatori.

Chiaramente il sistema è in fase di rodaggio ma l'intento è quello di arrivare a far pagare un ticket a chi percorre la via dei visitatori. Inutile dire che in Basilica regna il caos. Il percorso per la preghiera è sostanzialmente vuoto e nei punti in cui non viene assicurata la presenza di controllori, i due percorsi rischiano di confondersi e creare confusione. Quando ci sono problemi, però, Mauro Gambetti, Ettore Valzania e Stefano Attili sono sempre assenti, irraggiungibili, introvabili.

Non è difficile, invece, vedere Valzania in giro per Piazza San Pietro a raccogliere i vari potenti di turno per fargli fare dei tour personalizzati in basilica. Tutto, chiaramente, gratis et amore Dei. Il sistema è quello, ormai consolidato in questi anni di Pontificato, dei laici capetti. Un po' come accadeva a scuola che c'era sempre chi era sempre in prima fila e si atteggiava a galletto. Oggi, in Basilica, un prete deve chiedere il permesso ai laici per celebrare. Pura follia.

Le iniziative di preghiera vanno sempre a vuoto. Basti pensare all'adorazione eucaristica del secondo martedì del mese. Tralasciando il fatto che non si rinviene il senso del martedì. Nella situazione in cui ci troviamo forse sarebbe bene fare una adorazione eucaristica ben fatta il primo giovedì del mese e chiedere al Signore di mandarci qualche martire pronto a mandare a casa tutta questa gente. Detto questo, l'evento è un deserto.

Certo, non gioca molto a favore neppure la schizofrenia con cui qualcuno gioca a fare il parroco. Provate ad andare in una parrocchia di montagna, quelle davvero di periferia e date un'occhiata se il 25 aprile il parroco chiude "baracca e burattini" e se ne va in gita a Firenze con le suore e i parenti.

Questo è ciò che è successo nella Parrocchia di San Pietro, tanto decantata come luogo di accoglienza e dove il parroco è certamente vicino alla gente, accoglie tutti, misericordioso e, sopratutto, sempre presente. Dal 26 al 28 vacanza. Padre Aniello Stoia fa il ponte!

Ogni tanto qualcuno si chiede: “Ma Bergoglio è al corrente di tutto quello che fanno questi?”. Francesco sa tutto. Al mattino, appena sveglio, ai suoi collaboratori chiede di tutto e di tutti. La maggior parte delle volte si tratta di chiacchiericcio, che lui critica quando lo fanno gli altri, però lui vuole essere informato su tutto. Nelle questioni dove deve intervenire (Gambetti, Rupnik, ecc) non interviene, ma dove vuole interviene.

Poi c’è qualcuno che ancora si chiede perchè la gente non entra in seminario….

L.M.

Silere non possum

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