The Belgian Church wants to bless homosexual couples. But how is homosexuality considered in the Church?

CACCIA ALLE STREGHE NEI SEMINARI

Il 15 marzo 2021 la Congregazione per la Dottrina della Fede è intervenuta, per volontà stessa di Papa Francesco, in merito ad un tema che ha fatto subito discutere la stampa ma, ovviamente, ha disinteressato completamente i ministri sacri.

Il Responsum ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso ha chiarito, inequivocabilmente, che la Chiesa non dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso. 

Questa pronuncia è arrivata ma a Roma le richieste di chiarimenti non sono giunte dalle Conferenze Episcopali. Qualche vescovo aveva formulato la richiesta ma la risposta poteva essere data semplicemente all’ordinario richiedente senza un documento del genere. Eppure così ha voluto il Santo Padre Francesco.

Lo strappo delle Chiese locali

Come prevedibile, le diverse Chiese locali hanno continuato a fare ciò che facevano prima. Chi benediva, continua a farlo; chi non benediva, continua a non farlo. Nei giorni scorsi, dopo molti mesi, la Chiesa belga ha pubblicato addirittura un vademecum per benedire le coppie omosessuali. È chiaro che la volontà è provocatoria, perchè comunque si possono usare le formule previste dal Benedizionale. Sarebbe forse il caso, se proprio si vuole fare questo passo avanti così all'avanguardia, di non fare differenze. Invece no, l'intento è tutt'altro che pastorale, il vademecum è arrivato prima alla stampa e poi ai parroci.

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L'omosessualità nella Chiesa: l'ipocrisia

La retorica con cui, in questi anni, si sta affrontando il tema dell'omosessualità è veramente nauseante. Per quanto riguarda i laici, si continua a parlare di "accoglienza", di "percorsi", di "ascolto", delle persone omosessuali. La volontà è quella di mostrare una Chiesa aperta ma, come sempre, il linguaggio dimostra come, in realtà, il pregiudizio e lo stigma è sempre più grande. Ci sono le persone normali, quelle sane, che devono "ascoltare", "accogliere", "guidare", i non sani. Si procede quindi ad una discriminazione bella e buona nei confronti di coloro che non sono eterosessuali. Immaginate una chiesa qualunque, guardate all'altare, da un lato vedete le panche dove ci sono gli eterosessuali e dall'altra, quelle con i non eterosessuali. I primi sono sani, gli altri hanno diverse patologie o devianze.

Diocesi che aprono gli uffici della pastorale LGBTQ+ e, allo stesso tempo, perseguitano i loro sacerdoti che dichiarano di essere omosessuali sbattendoli a chilometri di distanza da dove si sono formati. Comunità di credenti che si consumano le ginocchia in preghiera e poi fanno articoli dove insultano e diffamano i loro pastori perchè gay.

Un sistema che non funziona solo contro gli omosessuali, avviene con tutti coloro che sono "diversi". Diversi dalla idea che abita le menti malate di queste persone. È pieno di comunità, associazioni laicali che sono divenute vere e proprie sette che vanno a rendere la vita della parrocchia invivibile, perchè chi non fa parte di quel gruppo è tirato fuori e demonizzato.

Nelle parrocchie, quindi, i laici che non vogliono partecipare alla Santa Messa e tornare a casa, ma vogliono essere parte della comunità, sono costretti ad ascoltare questi discorsi e subire questo atteggiamento che ha veramente dell'incredibile. Sono moltissime le realtà parrocchiali o le associazioni laicali dove si mettono in atto veri e propri abusi di coscienza nei confronti degli omosessuali. Emarginati dalla comunità perchè provocano vergogna. 

I seminari 

Se per i laici esiste questa ipocrisia dell'accoglienza, non ci si fa problemi (e nessuno se ne scandalizza) se nei seminari, tema che abbiamo già affrontato in questo articolo, l'omosessualità diviene motivo di dimissione. Gli omosessuali non possono essere ammessi al sacerdozio. Fine. Questa linea è quella che Papa Francesco ha ribadito ai vescovi delle varie Conferenze Episcopali in questi anni. Non solo gli omosessuali non sono maturi affettivamente (gli altri invece sono dei boss dell'affettività) ma presentano problematiche serie. Inoltre, in questo troviamo l'anima gesuitica più pura, gli omosessuali potrebbero diventare pedofili. 

Per questo motivo il Papa ha invitato spesso i vescovi a cacciare dai seminari e dalle case di formazione religiose, i giovani che sono omosessuali. Qualcuno potrebbe chiedersi, ma come lo si capisce che sono omosessuali? Beh, qui ritorna l'altare, figura prediletta di Francesco, tranne che nella celebrazione dell'Eucarestia. Sull'altare dell'ipocrisia, della calunnia, del pettegolezzo...Il Papa va così a fomentare un cancro che abita da anni i presbiteri del globo e le strutture formative. Per non parlare di questo Stato, dove il pettegolezzo è divenuto il principale modo con cui Francesco prende le decisioni. 

Non si tiene più il conto dei presbiteri, dei vescovi, che Francesco ha convocato a Santa Marta e gli ha detto: "Si dice che...", "mi è arrivata una lettera anonima che dice che..." e con questo pretesto caccia le persone da questo Stato o le rimuove dai loro uffici. "Sull'altare dell'ipocrisia", appunto, il Papa prende decisioni che vanno ad incidere sulla vita di uomini che hanno lasciato tutto per servire la Chiesa. Senza neppure considerare quali sono le conseguenze materiali e psicologiche.

Omosessualità: il ricatto per il potere

All'interno delle sacre stanze l'omosessualità è, da anni, divenuta motivo di ricatto. Girano i dossier come se non ci fosse un domani. Se c'è materiale tanto meglio, se non c'è lo si crea. Questo è anche l'assurdo sistema che ha guidato alcuni giornalisti in questi anni, laici e preti repressi, che hanno creato veri e propri faldoni per poter far letteralmente fuori i confratelli o i loro superiori. Un sistema che non può più essere tollerato.

In diverse occasioni mi sono ritrovato a dover acoltare storie incredibili. La soluzione è presto detta: chi crea questi dossier sulla vita privata delle persone deve essere denunciato e deve rispondere di ciò che fa. Sia in foro canonico che nazionale. Ci sono alcune diocesi, addirittura, dove gli stessi vescovi si divertivano nel creare dossier sui propri preti per poi tenerli sotto "ricatto". Ciò che mi sono sempre chiesto è cosa possa pensare la famosa "vecchietta in fondo alla chiesa" guardando a tutto questo. Può vedere Gesù Cristo in questo sistema? Ho i miei dubbi. Eppure questo è ciò che avviene grazie ad una impostazione del Catechismo che è ipocrita. Nella Chiesa sono sempre esistiti gli omosessuali e ognuno ha vissuto la sua sessualità come meglio ha creduto. Certo, non c'era Whatsapp, Telegram e idiozie varie. Non esistevano gli screenshot, Photoshop e, probabilmente, i presbiteri erano leggermente più scaltri. Oggi tutto è online, tutto è pubblico e si sprecano quei soggetti che prima vanno a letto con le persone e poi dopo preparano i faldoni per poterli incastrare. Fermo restando che questo comportamento è un reato, non è ammissibile che questa gente faccia cose del genere perchè consapevole che trova le porte aperte di Curie e Dicasteri. Addirittura ci sono escort che hanno creato i loro personaggi grazie al fatto che ne hanno rovinate altre.

Non parliamo poi dell'ipocrisia della stampa che parla tanto di Chiesa aperta, innovativa ma poi appena ha l'occasione di fare lo scoop scandalistico sul prete, si lancia a capofitto. Questo sistema non ha fatto altro che implementare una caccia alle streghe che è intollerabile, oggi più che mai. Per questo motivo, in diverse occasioni mi sono ritrovato a convincere diversi sacerdoti a querelare. La maggior parte delle volte che si è arrivati a giudizio, lo spasmo da chiacchiera è venuto meno e, in aula, gli imputati hanno perso la lingua. Invocano misericordia e perdono. Anche in questo caso, però, il problema è la formazione. Negli anni di formazione non si fa altro che spingere questi giovani ad adulare il rettore narcisista e favorire il chiacchiericcio sulle vite altrui. Non si fa altro che spingere questi seminaristi, questi/e religiosi/e a occuparsi della liturgia in modo non sano, fine a se stesso. Non si fa altro che favorire la competizione, piuttosto che la fraternità. C'è un grande problema anche nella scelta dei formatori che sono incapaci di formare. Incapacità che deriva dal non essere stati formati. Lo scandalo, quindi, non è il prete che vive la sua vita sessuale come gli pare, lo scandalo è chi è abitato a guardare nelle mutande degli altri. Lo scandalo è avere soggetti repressi che passano il loro tempo a mettere in giro voci e calunnie sugli altri. La Chiesa come può affrontare e risolvere questa piaga? Forse sono queste le domande che dovrebbero porsi i vescovi belgi, e tutti coloro che si dicono innovatori. Bisognerebbe abbandonare la maschera dell'ipocrisia e affrontare i problemi reali alla radice. I fedeli laici possono sopravvivere serenamente anche senza aver ricevuto una benedizione da parte del sacerdote, non morirà nessuno.

F.P.

Silere non possum