Cardinal Scherer states that the Holy See's budget is in the red.

Nei giorni scorsi si è riunito, all'interno dello Stato della Città del Vaticano, il Consiglio per l'Economia. Il 04 maggio il Santo Padre ha ricevuto il Coordinatore del Consiglio, S.E.R. il Sig. Cardinale Reinhard Marx, il quale gli ha sottoposto i risultati della riunione. 
 
Uno dei membri del Consiglio, S.E.R. il Sig. Cardinale Odilo Scherer, al termine di questi giorni di riunione ha rilasciato una dichiarazione molto preoccupante. 

Cos’è il Consiglio per l’Economia

Il Consiglio è stato istituto da Papa Francesco il 24 febbraio 2014 con il motu proprio Fidelis dispensator et prudens. Con il medesimo documento il Pontefice istituì anche la Segreteria per l’economia e il Revisore generale, i quali hanno compiti differenti.

La Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, al punto 205, lo inquadra fra gli organismi economici e dice che “al Consiglio per l’economia compete la vigilanza sulle strutture e le attività amministrative e finanziarie delle Istituzioni curiali e degli Uffici, delle Istituzioni collegate con la Santa Sede o che fanno riferimento ad essa indicati nell’elenco allegato al proprio Statuto”. 

Ultima riunione

Il Consiglio per l’economia è composta da “otto Cardinali o Vescovi, che rappresentano l’universalità della Chiesa, e sette laici, scelti tra esperti di varie nazionalità. I quindici membri sono nominati per cinque anni dal Romano Pontefice”. 

Nei giorni scorsi, come previsto dall’articolo 206 di PE, S.E.R. il Sig. Cardinale Reinhard Marx ha convocato il Consiglio al quale ha partecipato anche il Sig. Maximino Caballero Ledo, prefetto della Segreteria per l’Economia.

Al termine della riunione, il 04 maggio 2023il coordinatore del Consiglio è stato ricevuto dal Sommo Pontefice e gli ha sottoposto alcune questioni particolari. 

Uno dei membri del Consiglio, S.E.R. il Signor Cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo brasiliano, metropolita di San Paolo, ha dichiarato: “Direi che la Santa Sede non è un’isola felice in un mondo in crisi economica. Anche la Santa Sede stenta a tenere su il fabbisogno di ogni giorno e alla fine dell’anno il bilancio in genere si presenta in rosso o quasi”.

Una riflessione

La situazione è particolarmente preoccupante. Il cardinale Scherer ha anche dichiarato: "Questa situazione non è da oggi e la soluzione è sempre stata la generosità dei fedeli, delle piccole o grandi donazioni dei fedeli e degli organismi della Chiesa. Il Diritto canonico prevede che le diocesi di tutto il mondo aiutino la Santa Sede, soprattutto nelle situazioni di grande bisogno. E questo funziona. Ci sono donazioni da parte di molte diocesi, che davvero aiutano la Santa Sede nelle questioni economiche". 

Certamente la crisi economica non affligge solo la Santa Sede ma è necessaria una riflessione. Non è più pensabile affidarsi solo al canone 1271 del Codice di Diritto Canonico, anche perchè lo stesso canone dice "secondo le disponibilità della propria diocesi". I vescovi oggi hanno grandissime difficoltà a "portare avanti la baracca" e debbono anche curarsi delle parrocchie che sono in uno stato di difficoltà enorme. Sono molti i sacerdoti che, in giro per tutta la penisola, attingono al proprio, già esiguo, stipendio per aiutare famiglie e persone in difficoltà.

Numerose sono le parrocchie che si fanno carico di spese di famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese. Certo, non si smetterà di raccogliere denaro per la Sede Apostolica ma non si può certo far affidamento a questo.

In questi dieci anni abbiamo assistito a spese folli da parte di alcuni enti vaticani, si pensi a Mauro Gambetti e alla Fabbrica di San Pietro, e nessuno ha pensato ad utilizzare quella prudenza del buon padre di famiglia. Abbiamo assunto migliaia di laici che percepiscono stipendi esorbitanti, anche qui si pensi sempre alla Fabbrica di San Pietro o al Dicastero per la Comunicazione. Allo stesso tempo qualcuno ha pensato di affacciarsi dalla finestra del Palazzo Apostolico e dire che la Chiesa è corrotta, piena di persone corrotte. Addirittura si è imbastito un processo, con la complicità di una ex dipendente esaurita, dove si diceva falsamente che erano stati utilizzati soldi dell'Obolo di San Pietro per favorire amici e parenti. Tutto questo è avvenuto grazie ad un altro laico assunto e strapagato: Alessandro Diddi.

Se ciò non bastasse, qualcuno è andato anche al Pigneto a riferire alle telecamere di DisneyPlus che in Vaticano rubano tutti. Cosa ci aspettiamo ora? Che le diocesi contribuiscano alle spese folli del Papa e dei suoi amici appellandoci al canone 1271 CJC? Anche no. Le diocesi hanno moltissimi problemi e moltissime strutture che hanno altrettanti problemi. A quelle, oggi, bisogna pensare.

d.P.A.

Silere non possum