The diocese of Rome ordains married men as priests. Is this the result of the vocational crisis?

La diocesi del Papa, la quale dovrebbe presiedere nella carità ed essere d’esempio, è diventata uno scandalo. C’è imbarazzo fra presbiteri e vescovi quando vengono in Vaticano. Si tratta di un argomento tabù, ormai. La Costituzione Apostolica promulgata da Papa Francesco è stata criticata da tutti (tranne gli ex silurati che ora anelano a posti di rilievo) e vi sono evidenti problematiche che andranno affrontate nei prossimi mesi.

In questo panorama si inseriscono le scelte del Cardinale Angelo De Donatis e dei suoi ausiliari in merito alla vita della Chiesa di Roma.

La crisi vocazionale

Con Agostino Vallini la diocesi di Roma ha conosciuto uno dei peggiori momenti della propria storia. Il cardinale, che si aggirava fra i suoi confratelli nel 2013 promuovendo l'elezione di Jorge Mario Bergoglio scongiurando l'elezione di Angelo Scola, ha completamente tagliato le radici di qualsiasi germe di vocazione nella Capitale. Più comunità riusciva mandare a casa, più era felice.

Nel 2017, dopo soli 4 anni, l'attuale Legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi, si rese conto di come quella scelta avesse avuto ottimi risultati anche sulla sua agustissima persona. 

A Roma, dal 2008 al 2017, Vallini "ha chiuso i rubinetti", dice qualche suo confratello. Il seminario iniziò il suo periodo di declino e le scelte di ammissione erano tutte riferibili al solo Vicario che evidentemente credeva che dopo di lui non ci sarebbe stato più bisogno di preti. Del resto, siamo abituati a sentirci dire che c'è una crisi vocazionale ma questa affermazione non è del tutto corretta. La crisi certamente c'è ma non è estesa ovunque. Le realtà che lavorano con serietà sono ricche di vocazioni. Quei seminari che prestano dedizione alla formazione sacerdotale, hanno numeri che il seminario romano non vede da anni. 

Nel seminario della diocesi di Roma, invece, abbiamo scelto di inserire un religioso a formare dei presbiteri diocesani. Un sant'uomo, sia chiaro, ma se nella Chiesa le vocazioni sono differenti, ci sarà un motivo? Durante le celebrazioni liturgiche presiedute dal Vicario, ci sono religiosi o seminaristi fra l'assemblea e laici con camici lisi di terital a servire all'altare. Ha senso?

Il vescovo di Roma, ora, con la nuova Costituzione, chiede: "In vista delle ordinazioni diaconali e presbiterali per la Diocesi di Roma si dovrà sottoporre al Consiglio Episcopale una relazione disposta dal Vescovo Delegato ai Seminari, sentito il Rettore e l’équipe formativa del Seminario che ne ha curato la formazione. Il Cardinale Vicario mi sottopone i candidati per l’eventuale ammissione agli Ordini sacri, ottenuto il consenso del Consiglio Episcopale". 

Ordinazioni di uomini sposati

Mentre, quindi, per i giovani ventenni che si mettono al servizio della Chiesa, sono necessari 6, 7 o 15 anni di seminario, a seconda delle schizzofrenie del rettore di turno; per i "chiamati dell'ultima ora" è tutto più semplice.

La diocesi di Roma ha già un precedente che ci ha insegnato molto su questa pratica, ed ora si prepara ad ordinarne prete un altro. Si tratta dei diaconi permanenti. Delle entità che hanno una vita a sè. Lungi dalle generalizzazioni, ci teniamo subito a precisare che ci sono santi diaconi permanenti che servono la Chiesa con dedizione, ecc...

Molti casi, però, possono essere descritti in questo modo: "soggetti che sono repressi e delusi per non poter essere ordinati presbiteri e sentono una speciale vocazione a comandare"Questa precisa e scientifica descrizione è stata fornita da un eccellente vescovo che si è occupato per anni della formazione dei diaconi permanenti. Del resto, l'errore sta in radice. Queste figure erano state pensate per territori di missione, non certo per l'Europa. Il Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti recita: "I vescovi favoriscano i diaconi della loro diocesi che intendono mettersi a disposizione delle Chiese che soffrono per scarsità di clero". 

Quindi, con quale spirito arrivano questi uomini sposati nelle parrocchie? Con quel clericalismo marcio, qui si che possiamo utilizzare questo termine, che gli fa credere che avendo addosso una stola ed un camice di terital possono dettar legge al mondo intero. Addirittura ci sono diversi vescovi che devono combattere con persone, completamente fuori di testa, che mettono il clergyman e poi vanno a spasso con la moglie per le vie del corso. 

A queste persone, però, il Papa non ha mai detto di essere rigide. Ai seminaristi sì.

La situazione qual è? Queste persone si fanno ordinare diaconi permanenti e vivono la loro vita da uomini sposati, senza preoccuparsi affatto delle problematiche della Chiesa, delle parrocchie o altro. Chiaramente hanno figli, moglie e quant’altro. Vengono nelle nostre chiese solo per le liturgie e pretendono di dettare legge. Molto spesso finiscono a gestire i soldi di Caritas e Parrocchie. Che coincidenza.

La storia ci insegna che alcuni uomini di Santa Romana Chiesa hanno avuto sempre una sorta di feticcio per le persone incoerenti e ipocrite. Quindi, a volte, si tratta di uomini che magari hanno avuto figli fuori dal matrimonio e poi hanno ricevuto il messaggio della “madonna di Međugorje” e si sono convertiti. Dopo questa folgorazione sulla Via di Damasco, li troviamo dall’ambone delle nostre chiese ad urlare contro “gay, peccatori, eretici, adulteri” e quant’altro. Il risultato è che piuttosto che far del bene, allontanano le persone dalle chiese.

Roma: crisi vocazionale? Ordiniamo i diaconi

La diocesi di Roma, già nel 2019, decise di "mettere le mani in testa" ad un uomo "dalla vocazione adulta" (50 anni). In quella occasione il Vescovo Daniele Libanori era il responsabile della formazione del clero. I risultati sono evidenti a tutti. Il Cardinale Vicario non ha potuto mettere questo sacerdote a capo di una parrocchia perchè la prima esperienza che ebbe, subito dopo l'ordinazione presbiterale, fu un flop incredibile. Alcune persone scelsero di non frequentare più la parrocchia dove era vicario e il profilo era quello poc'anzi descritto.

Anche in quella occasione, il prescelto non fece neppure un giorno di seminario. Ora, il Codice di Diritto Canonico sul tema è molto chiaro ed anche la Ratio per i seminari. Il Pontefice, in più occasioni, ha trovato il modo per scagliarsi contro i "rigidi giovani" che popolano i seminari. La soluzione qual è? Quella di ordinare uomini di 50 anni? Non ci piace l'idea che i giovani, oggi, vogliono una Chiesa seria?

Inoltre, lo si dica chiaramente: il seminario è necessario oppure no? Lo fanno tutti o non lo fa nessuno. I criteri di ammissione quali sono? Se si incensa l'ego del formatore di turno, si viene ordinati, altrimenti si torna da mamma? Basta essere chiari, così si iniziano a fare le statistiche per i prossimi anni.

Certo, durante l'incontro che Francesco ha avuto con i seminaristi di Roma ha detto loro che erano addirittura troppi e che non erano obbligati a stare in seminario. "Potete trovarvi una bella ragazza, eh", ha detto il Papa. RagazzA sia chiaro. A buon intenditor poche parole. Come se i seminaristi fossero lì a fare un piacere a sè stessi. La domanda è: ma dove vogliamo andare? Vogliamo ridurre la Chiesa di Cristo ad un ammasso di anziani insofferenti che non sanno cosa fare della loro vita e "si sistemano"? 

Ordinazione presbiterale al Divin Amore

Ora, dopo ben 4 anni, la diocesi del Papa torna a commettere lo stesso errore. Il vescovo Dario Gervasi, lo stesso che si occupò dell'uomo del 2019, vuole ordinare un infermiere del Policlinico Gemelli che fu ordinato diacono proprio da Agostino Vallini nel 2015. La cerimonia si dovrebbe svolgere in Aprile al Santuario del Divin Amore.

Un uomo che ha anche prole ed ha 54 anni. Perchè? Se la vocazione è quella famigliare, perchè ora lo ordiniamo presbitero? Ci crediamo nei fervorini che facciamo, oppure no? Sono anni che parliamo di clericalismo e ci scagliamo contro coloro che entrano in seminario "con l'idea di voler comandare, di essere superiori", ed ora ordiniamo prete una persona che ha vissuto la sua vita con la propria moglie e la propria figlia? La vocazione era ad avere una famiglia o al presbiterato?

Inoltre, lo ordiniamo senza fargli fare un solo giorno di seminario? Quest'uomo entra nel presbiterio di Roma senza alcuna formazione teologica? I seminaristi devono ottenere il baccalaureato, la licenza, il dottorato e quant'altro e questi diaconi permanenti vengono ordinati dopo due catechesi del responsabile della formazione?

Il Vicegerente Baldo Reina ha sottoposto al Consiglio Episcopale una relazione? Quale sarebbe l'equipe formativa? Dario Gervasi? De Donatis ha sottoposto al Papa la questione? 

Certo, tutto questo è il passo, timido e silenzioso, di chi vuole arrivare ad ordinare gli uomini sposati. Questa è la tecnica che qualcuno sta utilizzando da anni, ormai. Si crea confusione, si introduce il precedente come eccezione e poi su quel precedente si marcia. Anche la comunione ai divorziati e risposati è stata introdotta come "eccezione, caso per caso", poi si sono visti i risultati. La tecnica ha un nome ed è un vero e proprio modus agendi di chi non ha ben chiaro che alcune cose possono essere decise dalla Chiesa ma altre sono un comando divino. Riflettiamo.

L.M. e d.R.T.

Silere non possum