In this article, Silere non possum addresses the delicate issue of episcopal appointments in Italian dioceses.

L'episcopato italiano sta per subire un grande scossone. Sarà necessario un esame di coscienza. Cambia anche la presidenza della CEI. 

Le vocazioni presbiterali sono pochissime, in particolare nelle diocesi. Qualche rara eccezione si vede nelle comunità tradizionali che curano molto l'aspetto identitario e puntano la loro pastorale anche su questo. Diverse problematiche sta affrontando la Chiesa: dai numerosi casi di pedofilia ai sacerdoti che abbandonano per svolgere una vita differente. Il Pontificato di Francesco, annunciato come un evento che avrebbe reso la Chiesa la porta aperta per chi era scappato, sta diventando l'occasione per far uscire anche chi dentro c'era già. 

Nonostante i diversi problemi giuridici su cui deve concentrarsi anche l'ordinario all'interno della diocesi, la scelta di Francesco cade sempre su soggetti che è di grazia se hanno il bacellerato in sacra teologia. Vengono meno così quelle regole non scritte che però hanno funzionato. Come la nomina di un presbitero appartenente alla regione ecclesiastica, norma non scritta che però era ben ponderata e permetteva che il nuovo vescovo fosse libero da condizionamenti del presbiterio da cui proveniva, allo stesso tempo garantiva la conoscenza del popolo di Dio e dei sacerdoti. Della loro sensibilità e della loro cultura. Francesco sceglie invece, fra i tanti, di prendere un fiorentino e spedirlo in Calabria. Quale attenzione al popolo viene data? Quale preoccupazione per il vescovo? Non si pensa al presbiterio? Facile poi dire che le cose non funzionano. Il frutto di questo governo dispotico e sconlusionato è un episcopato incattivito che, da un lato tenta di incensare il Pontefice auspicando di entrare nella sua aurea cerchia, dall'altro una rabbia che potrà trovare sfogo solo all'alba del prossimo conclave. Per non parlare di quei vescovi che hanno iniziato a pronunciare omelie volte a far cambiare idea a Francesco su di loro, nella semplice speranza di non avere più il mirino puntato e che da Santa Marta non ci siano emissari che vadano a controllare i preventivi per le pianete commissionate dal patriarcato. 

Diocesi italiane: cambiamenti in vista

Una delle Congregazioni più in difficoltà in questi anni è stata quella per i Vescovi. L'Eminentissimo Cardinale Marc Ouellet ha dovuto più volte rivedere fascicoli e fascicoli di vescovi che non sapevano presentare candidati che avrebbero potuto ricevere lo zucchetto paonazzo. Numerose sono state le volte in cui la Congregazione è stata elegantemente estromessa dalle scelte degli ordinari, con un intervento diretto di Francesco che ha chiamato a guidare alcune diocesi, dei soggetti su cui non si è avuto neppure modo di effettuare una indagine previa. Fra l'altro, ciò avviene in un momento in cui, lo abbiamo visto con l'Arcivescovo di Parigi, le indagini debbono essere il più accurate possibile, onde evitare scandali che spuntano per far fuori il vescovo di turno e mettere in crisi l'autorità della Chiesa stessa. 

Una gestione che è pessima quindi, la quale deve fare i conti anche con un numero esiguo di candidati all'episcopato e numerosi vescovi che raggiungono l'età del pensionamento. Molti "giovani" hanno rifiutato lo zucchetto: "Se devo andare a governare una diocesi ed essere accusato di delitti altrui, anche no" riferisce un sacerdote che quando ha ricevuto la chiamata del Nunzio ha detto: "Dica al Santo Padre che sono impegnato per i prossimi 20 anni". Saranno molti i Vescovi che nel corso di questo anno compiranno i 75 anni e saranno tenuti a presentare la lettera di rinuncia come previsto dal Codex Iuris Canonici. 

Il primo fra tutti è S. E. Rev.ma il Sig. Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia - Città della Pieve e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che compirà 80 anni il prossimo 7 aprile. Molto si sta già vociferando sulla sua successione, in particolare per quanto riguarda la guida della CEI. 

Poi vi sono diversi vescovi che hanno già presentato la rinuncia al governo pastorale delle loro diocesi. C'è S. E. R. Monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino e Amministratore Apostolico di Susa (classe 1944); S.E.R. Monsignor Piero Coccia, Arcivescovo di Pesaro (classe 1945); S. E. R. Monsignor Sebastiano Sanguinetti, Vescovo di Tempio - Ampurias (classe 1945); S. E. R. Monsignor Massimo Camisasca, Vescovo di Reggio Emilia - Guastalla (classe 1946); S. E. R. Monsignor Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale (classe 1946); S. E. R. Monsignor Salvatore Muratore, Vescovo di Nicosia (classe 1946); S. E. R. Monsignor Mario Meini, Vescovo di Fiesole e Vicepresidente della CEI (classe 1946); S. E. R. Monsignor Alberto Silvani, Vescovo di Volterra (classe 1946); gli Ecc.mi Mons. Guerino Di Tora e Mons. Paolo Selvadagi, Vescovi ausiliari di Roma (classe 1946).

Molte diocesi poi vedranno il loro vescovo compiere i 75 anni nel corso dell'anno. Il Pontefice dovrà valutare se lasciarli per qualche anno o nominare i successori e magari unire le diocesi più piccole oppure, un compromesso trovato da Francesco, potrà unire in persona episcopi le diocesi vicine. 

I vescovi che raggiungeranno l'età del pensionamento saranno: S. E. R. Monsignor Riccardo Fontana, Vescovo di Arezzo - Cortona - Sansepolcro; S. E. R. Monsignor Vincenzo Apicella, Vescovo della Sede suburbicaria di Velletri - Segni; S.E.R. il Sig. Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze; S. E. R. Monsignor Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona; S. E. R. Monsignor Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara del Vallo; S. E. R. Monsignor Domenico Cancian, Vescovo di Città di Castello e S. E. R. Monsignor Giovanni Tani, Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado. Seguiranno S. E. R. Monsignor Lino Fumagalli, Vescovo di Viterbo; S. E. R. Monsignor Beniamino Pizziol, Vescovo di Vicenza; S. E. R. Monsignor Lorenzo Loppa, Vescovo di Anagni - Alatri; S. E. R. Monsignor Romano Rossi, Vescovo di Civita Castellana; S. E. R. Monsignor Domenico Caliandro, Arcivescovo di Brindisi - Ostuni; S. E. R. Monsignor Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini; S. E. R. Monsignor Giovanni Paolo Zedda, Vescovo di Iglesias e S. E. R. Monsignor Giampaolo Crepaldi, Vescovo di Trieste. L'ultimo a compiere 75 anni nell' A.D. 2022 sarà il 18 ottobre S. E. R. Monsignor Leonardo Bonanno, Vescovo di San Marco Argentano - Scalea.

Ad oggi, inoltre, sono 6 le sedi vacanti: la diocesi di Susa (la quale bisognerà verificare se il Papa vorrà unire ad altra), la Sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina, Castellaneta e Massa Carrara - Pontremoli, l'Eparchia di Piana degli Albanesi, l'abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata e la diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano.

 

Il collegio cardinalizio

Anche il collegio cardinalizio subirà un notevole cambiamento. Attualmente il sacro collegio è composto da 214 membri di cui 119 elettori. Di questi 52 sono europei, 16 dell'America del Nord, 7 dell'America Centrale, 12 dell'America del Sud, 15 dell'Africa, 15 dell'Asia e 3 dell'Oceania. Gli italiani sono 20. 
 
Oltre Tevere si attende (o si scongiura) un nuovo concistoro. L'ultimo, Francesco lo ha convocato il 28 novembre 2020. Ciò che più preoccupa però è il modo in cui vengono creati cardinali soggetti che la pensano tutti nello stesso modo. Tutti scelti perchè concordi nell'ottica di una Chiesa dedita al sociale e non a Cristo. Persone che sono dedite a intessere relazioni con associazioni piene di denaro e scheletri nell'armadio. Potrà lo Spirito Santo illuminare soggetti così annebbiati da ideologie e lotte di potere? Ricordiamoci che dovranno eleggere, e molto probabilmente da quel gruppo dovrà uscire, il successore di Francesco. 
 
F.P.
Silere non possum