Iran's supreme leader reported that the United States is the culprit in the war in Ukraine. The leader also spoke about homosexuality as a societal drift.

La scienza e la tecnologia servono a uccidere le persone. [...] La questione dell'omosessualità e simili - che non è più motivo di imbarazzo, che non ci si vergogna più di dire - questo caos sessuale. Questo esiste nel mondo di oggi. Queste sono le cose che c'erano un tempo e ci sono ancor oggi. Al tempo erano limitate, oggi sono diffuse. Dietro molte di queste corruzioni sono state create questioni artificiali, hanno creato basi logiche e intellettuali per giustificarle e ora le forniscono all'umanità. 

Con queste parole l’Ayatollah ʿAlī Ḥoseynī Khāmeneī, guida suprema dell’Iran, ha parlato del conflitto russo-ucraino durante un lungo discorso trasmesso dalla televisione nazionale iraniana  Anche il capo del clero sciita sceglie quindi di puntare il dito contro gli Stati Uniti e l’Occidente tutto, sostenendo a gran voce che: «In questi Paesi ci sono gravi vizi morali come l’omosessualità, e vizi che sono sin troppo vergognosi perché se ne possa anche solo parlare. I regimi d’Occidente promuovono l’immoralità in un modo più diffuso e organizzato perfino rispetto all’età dell’ignoranza preislamica». Non solo quindi il Patriarca ortodosso ma anche l'Ayatollah sono convinti che l'omosessualità sia il motivo del conflitto. Noi pensavamo di averle sentite tutte quando qualche cattolico diceva che la causa della COVID-19 fosse la deriva omosessuale. Questi gay provocano guerre e producono virus, sono potentissimi.

La grande fobia

L’Iran è uno dei Paesi islamici che vivono una fobia abbastanza ridicola rispetto ai rapporti omosessuali. Basti ricordare che gli atti omosessuali, in questi Paesi, sono illegali e vengono puniti con pene che vanno da un minimo di 31 frustate alla pena di morte. Anche in Arabia Saudita, Nigeria, Mauritania, Pakistan, Somalia, Yemen e Afghanistan l'omosessualità è ancora punita con la pena di morte e negli Emirati Arabi Uniti, in Qatar, in Algeria, nelle Maldive e in Egitto è punita con pene pecuniarie, corporali o con la detenzione. L'Iran si distingue però per essere il più ossessionato, si pensi che dalla rivoluzione islamica ad oggi sono state eseguite tra le 4 e le 6 mila esecuzioni capitali.

Uno stato che condanna l'omosessualità ma non la pedofilia

Quando diciamo che la loro fobia è ridicola ci riferiamo ad una triste tradizione che vige nelle società islamiche, ovvero i bacha bi-reesh, bambini e adolescenti che vengono costretti a soddisfare sessualmente potenti uomini ricchi. Una forma di prostituzione minorile e di pedofilia socialmente accettata. Questi bambini provengono spesso da famiglie poverissime e vengono venduti dai genitori a ricchi signori, oppure sono giovani che, avendo subito violenza, procurano disonore alla famiglia e quindi vengono cacciati di casa, trovando rifugio presso ricchi protettori. Di questo l'Ayatollah Ali Khamenei non ha nulla da dire?

In questi anni diverse associazioni internazionali hanno tentato di sensibilizzare su questo tema. Diversi rapporti sono stati pubblicati e anche l'International Gay and Lesbian Human Rights Commission ha rivelato come alcuni psicologi tentano ancora di convertire gli omosessuali in Iran. Ci sono poi diversi enti che parlano dell'inopportunità di avere leggi dello Stato fondate su principi religiosi. Questo però chiaramente mette in discussione l'esistenza stessa delle teocrazie islamiche.

La guida suprema dell'Iran ha concluso dicendo: «Siamo favorevoli a fermare la guerra in Ucraina, ma non dimentichiamo mai che è l’America che ha portato l’Ucraina a tutto questo, intromettendosi negli affari interni di quel Paese, innescando proteste contro i governi, rivoluzioni di velluto e cambi di governo». 

A cura di C.U.

Silere non possum