The Congregation for Catholic Education has issued a document on Catholic schools. The text shows a response to the German Church's positions on homosexuality.

Durante la loro assemblea generale, i vescovi tedeschi, hanno discusso delle modalità con cui la Chiesa Cattolica tratta i propri insegnanti, operatori pastorali o animatori nelle proprie parrocchie e nelle proprie scuole. Mons. Bode rilasciò una intervista dove comunicava che i vescovi tedeschi hanno ritenuto di rivedere quelle norme che prevedono la possibilità di licenziare gli insegnanti e gli operatori omosessuali che lavorano in strutture ecclesiastiche. Questa apertura, che è risuonata anche nelle parole del Card. Hollerich, non solo non è piaciuta al Cardinale Pell che ha chiesto alla Congregazione per la Dottrina della Fede di sanzionare questi vescovi, ma è suonata troppo avanguardista anche in Vaticano. Questa mattina la Congregazione per l'Educazione Cattolica, la quale si prepara a chiudere i battenti ed unirsi al Pontificio consiglio della cultura, ha pubblicato un'istruzione dal titolo “L'identità della Scuola Cattolica per una cultura del dialogo”. Si tratta di una risposta, che magari non arriva dall'ex Sant'Uffizio come voleva Pell, ma che serve a chiarire che Roma non ha intenzione di rivedere le proprie posizioni sul trattamento degli insegnanti omosessuali nelle scuole cattoliche. Del resto non è nulla di nuovo, in Vaticano molti prelati sono convinti che l'omosessualità sia la porta verso il baratro della pedofilia. "Alcuni temi ed ambiti sensibili" li chiama il Cardinale piemontese Giuseppe Versaldi.

È necessario, perciò, che la scuola stessa, seguendo la dottrina della Chiesa, interpreti e stabilisca i parametri necessari per l’assunzione degli insegnanti. Questo criterio riguarda tutte le assunzioni, comprese quelle del personale amministrativo. L’autorità competente, quindi, è tenuta ad informare dell’identità cattolica della scuola coloro che sta per assumere e le sue implicazioni, così come la loro responsabilità di promuovere tale identità. Qualora la persona assunta non si attenga alle condizioni della scuola cattolica e della sua appartenenza alla comunità ecclesiale, la scuola prenda le misure appropriate. Può essere disposta anche la dimissione, tenendo conto di tutte le circostanze del singolo caso. I docenti devono distinguersi per retta dottrina e per probità di vita (cfr. can. 803 §2 CIC e can. 639 CCEO) nella formazione delle giovani generazioni. I docenti e il personale amministrativo che appartengono ad altre Chiese, comunità ecclesiali o religioni, nonché quelli che non professano alcun credo religioso, dal momento dell’assunzione hanno l’obbligo di riconoscere e di rispettare il carattere cattolico della scuola. Si tenga comunque presente che la prevalente presenza di un gruppo di docenti cattolici può assicurare una proficua attuazione del progetto educativo corrispondente all’identità cattolica delle scuole.

Istruzione “L'identità della Scuola Cattolica per una cultura del dialogo”

La Congregazione ammette che ci siano persone atee o di altre confessioni ma ribadisce che i cattolici dovrebbero essere in maggioranza. Parla di "condizioni della scuola cattolica" alle quali il docente deve attenersi. È noto che il Catechismo della Chiesa Cattolica prevede: "gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati" e continua "Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova". Una posizione che, come ha chiaramente il presidente dei vescovi europei, deve assolutamente essere rivista. Tali convinzioni hanno portato però diverse scuole cattoliche a licenziare docenti omosessuali che vivevano relazioni stabili con alcuni partners. Pensiamo al caso dell'Istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù di Trento che discriminò una docente omosessuale e fu condannato dal giudice del lavoro al risarcimento dei danni. Arrivare in un'aula di giustizia significa però aver subito anni di discriminazioni oppure vivere la propria condizione, le proprie relazioni, nel nascondimento o con l'ansia di essere scoperti perchè potrebbe portare al licenziamento. A questo si sono opposti fermamente i vescovi tedeschi affermando che molti omosessuali servono diligentemente la Chiesa sposandone gli ideali che non possono essere quelli di infliggere sofferenza ai suoi fedeli.

La Congregazione però risponde con parole dure:

Si verificano altresì conflitti in campo disciplinare e/o dottrinale. Queste situazioni possono essere causa di discredito all’istituzione cattolica e scandalo nella comunità. Perciò, non possono essere sottovalutate sia in merito alla natura del conflitto, sia per quanto riguarda le ripercussioni dentro e fuori la scuola. Il discernimento deve iniziare nel contesto ecclesiale locale, tenendo presenti i principi canonici della gradualità e della proporzionalità degli eventuali provvedimenti da assumere. La possibilità del licenziamento sia l’ultima opzione, che va legittimamente presa dopo il fallimento di tutti gli altri tentativi di risoluzione. Si verificano anche casi in cui le leggi statali impongono scelte in contrasto con la libertà religiosa e la stessa identità cattolica di una scuola. Pur nel rispetto dei diversi ambiti, è necessaria una ragionevole azione di difesa dei diritti dei cattolici e delle loro scuole sia attraverso il dialogo con le autorità statali, sia mediante il ricorso ai tribunali competenti.

Istruzione “L'identità della Scuola Cattolica per una cultura del dialogo”

È chiaro il riferimento a casi come quello citato che, purtroppo, non sono isolati. Diversi Paesi, in Europa quasi tutti, vietano discriminazioni sul lavoro a motivo dell'orientmanto sessuale ma a Roma qualcuno ancora non si è arreso. Potremmo dire che per fortuna la Congregazione per l'Educazione Cattolica non si occupa più dei seminari ma purtroppo le linee della Congregazione per il Clero sulla formazione sacerdotale sono ancor peggiori.

P.L.

Silere non possum