Cardinal Mauro Piacenza sent a letter to all the priests of the world in view of Holy Christmas.

«In questo tempo siamo chiamati, come confessori, ad esercitare in modo particolarmente generoso il ministero della riconciliazione, nella certa consapevolezza che, attraverso di esso, “ri-accade” quell’incontro con Dio, personale ed ecclesiale, che il cuore di ogni uomo desidera». Ad intervenire, in preparazione al Santo Natale, è l’Eminentissimo Signor Cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore. 

Il cardinale, come ormai è tradizione, ha indirizzato una lettera a tutti i penitenzieri e confessori del mondo. «Nel colloquio della confessione non incontreremo sempre fratelli dalla fede pienamente matura, dalla consapevolezza strutturata, dalla capacità critica sulla propria reale condizione morale”, sottolinea, “tuttavia, il bravo medico non è colui che sa curare le piccole patologie dei “malati sani”, ma chi ha il coraggio di affrontare anche interventi importanti, in malati pluri-patologici». 

Lo sguardo del Penitenziere si è rivolto anche all’importanza della formazione presbiterale: «Se il calo generale del numero dei sacerdoti rappresenta un’oggettiva difficoltà, sia almeno curata ed accurata la loro formazione; siano almeno zelanti nell’essenziale! Ci siano orari e luci accese in quella “capanna di Betlemme” che è il confessionale, unico vero “distributore” di pace e di santo gaudio. Tutti abbiamo ed hanno bisogno di tale “carburante”», ha scritto. 

La lettera termina con un ringraziamento ai sacerdoti che ogni giorno garantiscono la loro presenza nel confessionale e si fanno portatori del perdono e della misericordia di Cristo. Una gratitudine che, oggi, è sempre più rara anche da parte del Pontefice che sempre più spesso utilizza parole dure contro il clero e raramente, troppo raramente, gratitudine per la loro opera. Il ministero sacerdotale, oggi più che mai, è motivo di stanchezza e il sacerdote spesso si trova solo, ad affrontare problemi di diverso tipo. È necessario che i vescovi e tutto il popolo santo di Dio, mostrino la loro vicinanza e gratitudine al sacerdote che ogni giorno si lascia usare da Cristo per poter portare in mezzo a noi quel Pane e quel Vino che sono il Suo Corpo e il Suo Sangue. 

Infine, un suggerimento: “L’importanza del sacramento della Riconciliazione, nel quale è dato al confessore, in un unico atto, di esercitare contemporaneamente i tria munera sacerdotali (docendi, insegnando la verità rivelata; sanctificandi, con l’assoluzione sacramentale; regendi, con le indicazioni morali e di vita al penitente) dovrebbe trovare adeguato spazio, anche nei vari piani pastorali”. 

Piacenza assicura “la profonda gratitudine della Chiesa per tutti i confessori che si spendono, generosamente e costantemente, al servizio dei fratelli e delle sorelle” ed augura “un fervido lavoro pastorale”.

L.M.

Silere non possum

Sostieni Silere non possum