The president of the German bishops' conference has expressed his belief that Church teaching needs further development, in response to critique of the synodal path in that country.

Continua il botta e risposta fra S.E.R. Mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza Episcopale Tedesca e S.E.R. Mons. Samuel J. Aquila, arcivescovo di Denver. L'arcivescovo Aquila aveva scritto una lettera aperta indirizzata ai vescovi tedeschi il 13 maggio 2021. Nella lettera il prelato disse che il cammino sinodale tedesco avanzava proposte "insostenibili" di modifica dell'insegnamento della Chiesa. Più recentemente, l'11 aprile 2022, Mons. Aquila ha firmato un'altra lettera aperta in cui si paventava il rischio di uno scisma in merito alle aperture fatte dalla chiesa tedesca. Quella lettera è stata firmata da più di settanta vescovi prima della sua pubblicazione, ora hanno aderito più di cento prelati. Tra i firmatari figurano anche gli Em.mi Sig.ri Cardinali Raymond Leo Burke, George Pell, Joseph Zen Ze-kiun, Camillo Ruini e Francis Arinze. Fra gli Ecc.mi vescovi vi sono anche gli italiani Massimo Camisasca e Francesco Cavina.

S.E.R. Mons. Georg Bätzing ha risposto alle "paure" dei suoi confratelli il 14 aprile 2022 con una lettera resa nota dalla Conferenza Episcopale tedesca. L'arcivescovo di Denver ha risposto il 02 maggio 2022 esortando il vescovo di Limburgo a "considerare seriamente ciò che i molti vescovi, i quali hanno espresso le loro preoccupazioni sul cammino sinodale e sui suoi risultati problematici fino ad oggi, hanno sottoposto a lei e ai suoi fratelli nell'episcopato tedesco. I cattolici di tutto il mondo saranno colpiti dall'esito del Cammino sinodale. E quello che abbiamo sperimentato nelle nostre diocesi è molto diverso da quello che viene proposto in Germania".

Ieri è stata resa nota la risposta del vescovo Bätzing, il quale ha precisato che non ci saranno altre risposte alle considerazioni fatte sotto forma di lettera aperta da parte dei suoi confratelli. Prima di lasciarvi alla lettura della risposta del vescovo tedesco, dobbiamo necessariamente sottolineare come questo modus agendi sia assolutamente fuori luogo ed è frutto di una Chiesa che non sa utilizzare i mezzi moderni in maniera corretta. Recentemente ci siamo abituati anche al Cardinale Pell che continua a comunicare le sue idee attraverso lettere e comunicati stampa, ma questo non è affatto il segno di una Chiesa che pratica la Carità. Come giustamente ha fatto notare Bätzing, questa forma non è quella che dovrebbe caratterizzare il dialogo e il confronto fra confratelli nell'episcopato. Il Papa ha invitato al dialogo anche nel cammino sinodale; questo confronto però non può essere fatto a suon di lettere e firme come se vi fossero degli schieramenti. Non possiamo che pensare alle parole di Paolo ai Corinzi, il quale scriveva: "Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!». Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?" e, infine, li esortava: "Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti".

F.P.

Silere non possum

Lettera di S.E.R. Georg Bätzing a S.E.R. Mons. Samuel J. Aquila

Eccellenza,
La ringrazio per la Sua risposta alla mia lettera in cui rispondevo alla missiva firmata da più di 70 vescovi.

L'e-mail con cui mi invia la sua lettera chiarisce che non sono l'unico destinatario della sua lettera. "La risposta sarà presto pubblica" indica che si tratta ancora una volta di una lettera aperta, che vuole raggiungere e raccogliere i critici del Cammino sinodale nella Chiesa. Avete il diritto di farlo. Tuttavia, vi prego anche di comprendere che non risponderò più a tali lettere aperte. Il fatto che l'abbia fatto la prima volta è dovuto al rispetto che ho per voi e per i miei fratelli in Cristo. Ma sapete anche che è prassi lasciare le lettere aperte senza risposta. Nel frattempo, ho anche appreso che tra i firmatari della prima lettera c'erano anche persone che erano decisamente disinformate sul reale processo di discussione del Cammino sinodale. E anche a distanza di tempo non erano a conoscenza del fatto che avevo già risposto anche in modo dettagliato. Questo dimostra che non avete dato pubblicità alla mia risposta come invece l'avete data alla vostra lettera. Anche questo è un suo diritto, ma fa sembrare il suo approccio piuttosto discutibile.

Vorrei affrontare solo un punto della vostra argomentazione nella lettera attuale. Sulla base di intensi colloqui con le vittime e di intensi studi scientifici sul verificarsi di abusi su bambini e giovani da parte di ecclesiastici nel nostro Paese, abbiamo dovuto dolorosamente accettare che nella Chiesa cattolica esistono fattori sistemici multidimensionali che favoriscono gli abusi. Scoprirli e fare del nostro meglio per superarli è il punto di partenza del cammino sinodale in Germania e si riflette nelle quattro aree prioritarie su cui lavorare. Al contrario, la sua argomentazione secondo cui i vescovi hanno commesso degli errori nel trattare gli abusi e, invece di assumersene la responsabilità, ora vogliono mettere in discussione la dottrina della Chiesa in Germania, è, a mio modesto avviso, spaventosamente monca e purtroppo non rende giustizia alla complessa realtà delle strutture della Chiesa cattolica che facilitano gli abusi. Tuttavia, sono lieto e apprezzo il fatto che la sua opinione non sia affatto condivisa da tutti i fedeli e i vescovi, anche nella Chiesa degli Stati Uniti. Questo mi è stato chiaramente comunicato più e più volte. La nostra Chiesa ha bisogno di cambiamenti per svolgere fedelmente la sua missione e portare il prezioso Vangelo di Gesù Cristo agli uomini del nostro tempo. E l'urgente necessità di cambiamento include anche la necessità di sviluppare ulteriormente l'insegnamento della Chiesa. Questa è la mia convinzione.

Tuttavia, prendo sul serio le vostre obiezioni, perché indicano preoccupazione e allo stesso tempo che anche nella Chiesa Cattolica, in tutto il mondo, viviamo in una situazione assolutamente plurale di diversi mondi di vita sociale e valutazioni teologiche. Ciò richiede uno scambio, un dialogo critico e una nuova comprensione e comunicazione reciproca, naturalmente sulla base di ciò che appartiene al patrimonio rivelato e immutabile della fede della Chiesa. Per questo sono straordinariamente grato per il modo aperto in cui Papa Francesco ha concepito il Sinodo mondiale sulla sinodalità. Tutti devono poter partecipare, dire la loro e contribuire con le loro opinioni. Questo è un grande approccio che noi in Germania sosteniamo molto.

Anche se non potrò continuare la discussione scritta con voi, vorrei sottolineare che le nostre assemblee sinodali continueranno a essere aperte ai media e saranno trasmesse in streaming, cioè tutti potranno seguirle. Inoltre, per motivi di trasparenza e di accompagnamento critico, renderemo pubbliche le nostre bozze di risoluzione e i testi adottati.

Nel ringraziarLa ancora una volta, Le auguro che la speranza pasquale continui in Lei: Il Signore è veramente risorto, alleluia.

Fraternamente vostro
 + Georg Bätzing