Seven priests and three deacons were ordained on 18 June 2022. The Dominican order is still young.

"Questi, miei cari, sono i lasciti che vi lascio come figli miei: abbiate carità tra di voi, tenete saldi l'umiltà, mantenete una misera povertà". È l'invito che San Domenico di Guzman ha lasciato ai suoi fratelli nel 1221. Oggi, dopo moltissimi anni, nella città di Bologna rieccheggiano ancora le sue parole. Attorno all'arca del santo si sono raccolti i suoi seguaci che, nel drammatico panorama italiano, emergono come un ordine che ha preso sul serio la propria regola e continua ad attirare molti giovani alla scelta radicale della vita religiosa.
Seguendo fedelmente l'invito del Concilio Vaticano II, il quale nel decreto Perfectae Caritatis, esortava "gli istituti religiosi, i quali per regola uniscono strettamente la vita apostolica all'ufficio corale e alle osservanze monastiche, armonizzino il loro modo di vivere con le esigenze del loro apostolato, in maniera tale da conservare fedelmente il loro genere di vita, essendo esso di grande vantaggio per la Chiesa", i predicatori dedicano moltissima attenzione allo studio e alla preghiera.

L'ordine domenicano

Nel 1205 il vescovo di Tolosa, Folco, donò a Domenico di Guzmán il Monastero di Prouilhe. Lui lo destinò ad ospitare una comunità di donne convertite dal catarismo desiderose di abbracciare la vita religiosa. Il monastero di Prouille fu il centro dell'apostolato di San Domenico per il successivo decennio. Nella primavera del 1215 il vescovo Folco diede il primo riconoscimento ecclesiastico alla comunità di San Domenico, approvata come fraternità di predicatori per la diocesi di Tolosa. Pierre Seila, ricco cittadino di Tolosa, mise a disposizione della missione di Domenico i suoi beni e la propria abitazione, presso la quale il fondatore radunò i suoi primi sei compagni. Come luogo di culto, la comunità ottenne da Folco la chiesa di San Romano. Nel 1215 Domenico accompagnò il vescovo Folco a Roma, dove doveva celebrarsi un concilio, e chiese a papa Innocenzo III l'approvazione della sua fraternità e la conferma dei beni che gli erano stati donati. Poiché, dopo il IV concilio Lateranense, vigeva il divieto di fondare nuovi ordini religiosi, il Pontefice impose a Domenico di adottare una regola già esistente: nel 1216 Domenico scelse la regola di Agostino, alla quale aggiunse degli statuti ispirati a quelli dei Canonici Premonstratensi

Il 22 dicembre 1216 papa Onorio III, da poco succeduto a Innocenzo III, emanò la bolla Religiosam vitam, con la quale approvò la comunità di Domenico come compagnia di canonici regolari posta sotto la protezione della Sede Apostolica; con una seconda bolla del 21 gennaio 1217 il Pontefice riconobbe l'originalità del carisma di Domenico e approvò la sua fraternità come ordine religioso, detto dei frati predicatori.

Papa Onorio III scrisse al novello ordine: «Colui che rende feconda la sua Chiesa di sempre nuova prole, volendo conformare il mondo moderno a quello più antico e propagare la fede cattolica, vi ha ispirato nell’animo l’amoroso desiderio di abbracciare la povertà e di mettere in pratica la vita regolare per consacrarvi alla predicazione della parola di Dio annunciando per il mondo intero il nome di nostro Signore Gesù Cristo». Esprimeva così il fine dell’Ordine religioso che ha una particolare predilezione per lo studio. Nell'ordine domenicano lo studio sostituisce quello che per la traditio monastica è il lavoro ed è lo straordinario mezzo utilizzato dai predicatori per raggiungere Dio e ricercare la Verità. Veritas è proprio il motto dell'ordine e serve a ricordare ai frati che la ricerca permanente della Verità è il fine irrinunciabile a cui sono chiamati. Verità che sono chiamati ad annunciare e predicare.

Un carisma ancora attuale

Oggi la vita contemplativa nella Chiesa sembra avere un posto in secondo piano, eppure nei secoli è quella che ha portato avanti lo scorrere dei giorni. Tommaso d'Aquino, illustre membro di questo ordine, scriveva che è meglio «trasmettere agli altri le cose che si sono contemplate, [piuttosto] che contemplare soltanto». Contemplata aliis tradere, trasmettere agli altri i frutti della contemplazione: con queste parole potremmo indicare la missione di questi frati.
Una bellissima immagine è anche quella del cane che porta in bocca la fiaccola della Verità, da qui anche il nome domini canes, oltre al rinvio al del fondatore.

Le vocazioni

Sabato 18 giugno 2022 la provincia dell'Italia Settentrionale ha portato all'ordinazione dieci religiosi. Tre sono stati ordinati diaconi e gli altri, presbiteri.  Un numero considerevole che conferma quanto questo carisma sia ancora affascinante per i giovani e, se vissuto con serietà, può sedurre ancora oggi, in un mondo in cui il silenzio e la ricerca di sè, spaventa. La liturgia è stata presieduta da Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Jan Romeo Pawłowski, Arcivescovo titolare di Sejny e  Segretario della sezione per le Rappresentanze Pontificie della Segreteria di Stato della Santa Sede. 
A ricevere la sacra ordinazione presbiterale sono stati il rev.do Salvatore Di Fazio, il rev.do Francesco Lorenzon, il rev.do Paolo Peruzzi, il rev.do Stefano Prina, il rev.do Danish Digal, il rev.do Pier Giorgio Galassi e il rev.do Claudio Benvenuti.
Il rev.do fratel Adriano Cavallo, il rev.do fratel Giuseppe Fracci e il rev.do fratel Marco Meneghin, sono stati ordinati diaconi transeunti.
A loro e all'ordine domenicano auguriamo un fecondo ministero sull'esempio di San Domenico.
.
M.P.
Silere non possum