In an interview, the Pope said that 'homosexuality is a sin'.

Francesco ha concesso un’altra intervista ad una agenzia di stampa: l’Associated Press. Abbiamo già spiegato come sta diventando pericoloso questo via vai di giornalisti dalla Domus Santa Marta. Più volte il Papa ha dimostrato di non poter parlare a braccio senza qualcuno che lo controlli. Le occasioni sono molteplici: con i seminaristi e preti residenti a roma, con i seminaristi spagnoli e con il servo fedele di ABC.

Nonostante diversi collaboratori gli abbiano detto di porre fine a questa pratica, Francesco continua imperterrito a concedere interviste ai giornalisti. Del resto, è chiaro a tutti, sono i giornalisti che stanno portando avanti questo pontificato. Nascondono le problematiche e mettono in risalto cose che vanno a favore del Papa (se non ci sono le inventano). L’unica certezza è che colpiscono la Chiesa notte e giorno e al Papa va bene così.

Omosessualità: un peccato? 

La posizione di Francesco sull’omosessualità è molto chiara da tempo.
Nonostante la stampa si spenda per mettere in bocca al Papa, parole che
non ha mai pronunciato, Francesco è sempre stato chiaro. Rivolgendosi ai vescovi ha sempre detto che nei seminari gli omosessuali non devono entrare e sul volo di ritorno dal Viaggio Apostolico in Irlanda, Francesco ha detto che se un giovane è omosessuale ci sono molte cose che si possono fare, come andare dallo psichiatra. Ecco le sue parole.

Le false informazioni su Benedetto XVI

Nonostante ci siano giornaliste come Maria Antonietta Calabrò che scrivono cose false, Benedetto XVI non ha mai detto che l'omosessualità è un peccato. La giornalista, infatti, ha anche riferito che il Pontefice avrebbe scritto nel suo ultimo libro Che cos'è il Cristianesimo, che la pedofilia e l'omosessualità sarebbero collegate. Tale affermazione non è mai stata fatta da Benedetto XVI e non vi è traccia di questa assurdità in nessun documento che lui ha scritto.

Calabrò, che probabilmente ha qualche problema nella comprensione del testo, ha confuso una affermazione di Benedetto XVI che era riferita ad ambienti omosessuali e non alla pedofilia. Le prove invalsi sono utili, bisogna ritornare a farle.

L'omofobia latente di Francesco

Differentemente da Joseph Ratzinger, Francesco è profondamente convinto che omosessualità e pedofilia siano una la conseguenza dell'altra. Nessuno studio scientifico lo prova, anzi molti lo smentiscono, ma lui è stato formato dai gesuiti, non si può pretendere granchè. Nell'intervista concesssa ad Associated Press, quindi, il Papa dice: "Sì, nel catechismo della Chiesa cattolica si dice che le persone con tendenze omosessuali devono essere accolte, non devono essere emarginate, devono essere accompagnate se viene dato loro un posto. Durante il mio viaggio in Brasile, il mio primo viaggio, ho detto una frase che ha infastidito alcune persone. Se c'è una persona che cerca Dio ed è sincera, chi sono io per giudicarla? C'è il Signore. Nel viaggio in Irlanda, l'attenzione si è poi spostata sulla lettera di McCarrick, no, sulla lettera di Viganò. La lettera di Viganò. E questo problema è stato lasciato da parte. Ma lì sono riuscito a dire che una famiglia che ha un figlio o una figlia con tendenze omosessuali non deve cacciarli, deve creare un contesto familiare per farli vivere in pace. E la condanna dell'omosessualità risale a molto tempo fa.

Oggi, per esempio, credo che ci siano più di 50 Paesi che hanno una condanna legale, una condanna legale, e di questi credo che una decina, un po' più o meno, abbiano la pena di morte. Non lo nominano direttamente, ma dicono "coloro che hanno atteggiamenti innaturali", in altre parole, cercano di dirlo in modo nascosto. Ma ci sono Paesi che hanno questa forte tendenza, o almeno culture che hanno questa forte tendenza. Penso che sia ingiusto.

Qui, tra coloro che ricevo, arrivano gruppi di persone di questo tipo. L'ho fatto in generale, salutando le persone che vengono in gruppo. Una donna che lavora molto con questo, questo è un esempio, voglio dirlo, è una suora di 80 anni. Suor Geneviève, una delle cappellane del circo, vive in una roulotte. Appartengono alle Sorelle di Foucauld, tre di loro vivono lì, nel circo. E mi porta, non dico ogni mercoledì, ma almeno due, tre mercoledì al mese, un gruppo di persone con un sacerdote che lavora lì.

Siamo tutti figli di Dio e Dio ci vuole così come siamo e con la forza che ognuno di noi combatte per la propria dignità. Essere omosessuali non è un crimine. Non è un crimine. Sì, ma è un peccato. Innanzitutto distinguiamo il peccato dal crimine. Ma anche la mancanza di carità verso il prossimo è un peccato, e voi come vi comportate?

Voglio dire, distinguiamo questo aspetto. E i Paesi che hanno la pena di morte sono ancora dieci, dodici, credo, più o meno. Ma è buffo, non dicono mai la parola, dicono "azioni disoneste" o qualcosa del genere. Per dirlo, usano un giro di parole. No, è sbagliato. È sbagliato. È molto sbagliato. Non credo che nessuno debba essere discriminato. A maggior ragione, lasciando il problema dell'omosessualità, passiamo a un altro problema. Anche il più grande assassino, il più grande peccatore, non dovrebbero essere discriminati. Ogni uomo e ogni donna deve avere una finestra nella propria vita dove poter rivolgere la propria speranza e dove poter vedere la dignità di Dio. Ed essere omosessuali non è un crimine" 

Chiaramente la stampa titola: "Papa Francesco ha detto che l'omosessualità non è un crimine". Nooo! Dai? Che grande passo avanti. Ma i precedenti Papi quando mai hanno detto che era un crimine? La stampa, anche il raccomandato da Padre Antonio Spadaro, taglia la frase e non evidenzia che Papa Francesco riferisce che l'omosessualità è un peccato. Sì, un peccato. Non, come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, la pratica, ma la stessa condizione. Qui andiamo indietro, piuttosto che avanti.

La Chiesa Cattolica ritiene che il sesso fuori dal matrimonio è peccato. Non essendo previsto il matrimonio per gli omosessuali, chiaramente è peccato anche il sesso omosessuale. Ma il Catechismo non ha mai detto che "la condizion stessa dell'omosessuale è peccato". Chiaro? Anche perchè sarebbe una assurdità.

Ora, siamo consapevoli che Francesco abbia dei problemi con gli omosessuali, ma questo non è un problema della Chiesa. Forse sarebbe il caso che lui iniziasse a tornare dalla psicologa che gli disse che non era adatto per l'ordinazione sacerdotale.

Anche in questo caso è evidente che la stampa, la quale si fa paladina dei diritti LGBTQ solo perchè portano like e consensi, continua a proteggere Francesco perchè gli assicura la pagnotta. Questo, però, non è giornalismo. Si tratta di partigianeria, come dice il Papa stesso.

Fatemi le critiche in faccia

Anche in merito alle critiche, Francesco si lamenta e dice che devono essere fatte a lui personalmente. Beh, certo, è un tratto della personalità narcisistica, non ama essere criticato sui giornali. Dice il Papa: "Si preferisce non averle. Per la pace della mente. Sono come un'orticaria, che dà un po' fastidio, ma preferisco che sia così, perché significa che c'è libertà di parola". 

Libertà di parola, dove esattamente? Coloro che hanno criticato l'operato di Francesco non rivestono più alcun ruolo. Francesco forse si riferisce al fatto che i cardinali e i vescovi non sono stati impiccati in piazza? Oh beh, molte grazie Santità, un gesto di incredibile misericordia. Pensiamo al Cardinale Muller, licenziato senza motivo alcuno. Al cardinale Sarah, silurato dopo averlo criticato apertamente. Pensiamo a Mons. Montini, silurato dopo aver criticato il motu proprio promulgato da Francesco. E molti altri, la lista sarebbe lunga.

Nell'intervista il Papa continua: " C'è la libertà e non si paga per averla. È peggio se si tratta di un'azione subdola. Su alcune delle critiche che sono emerse, ho anche discusso con loro e alcuni di loro sono venuti qui e sì, ne ho discusso. Normalmente, come si parla tra persone mature. No, non ho litigato con nessuno, ma ho espresso la mia opinione e loro l'hanno espressa. In caso contrario, si crea una dittatura della distanza, come la chiamo io, in cui l'imperatore è lì e nessuno può dirgli nulla. No, lasciateli dire perché la compagnia, la critica, aiuta a crescere e a far andare bene le cose". 

Certo, le persone dicono le cose e Francesco fa tutt'altro. Pensiamo a quando molti collaboratori gli dissero: "Santità non nomini Francesca Immacolata Chaouqui, non è adatta a questi incarichi". Il Papa fece tutt'altro. Ne abbiamo pagato le conseguenze. Il Papa non ha mai ammesso l'errore. Pensiamo a quelle persone che gli hanno detto come la pensavano: ora sono Nunzi nelle più lontane terre di questo globo. Certo, parlate, parlate. Al resto ci pensa il Papa.

Chiaramente ci sono molte persone che oggi non dicono più nulla perchè hanno visto i risultati del governo. Il problema non sono i dieci anni, come dice Francesco, ma sono i dieci anni di Bergoglio. Un metodo di governo che non ha fatto altro che dividere, piuttosto che unire. L'episcopato è stufo e il Sacro Collegio si sta mangiando le mani. Tante belle parole, certo, ma per la pratica c'è molto da fare ancora.

S.I.

Silere non possum