The Patriarch of Jerusalem of the Latins and the Archbishop of Bologna attended a meeting on Peace in Bologna.

“Chiedete pace per Gerusalemme”, è stato questo il tema della serata che ha visto ospiti della Basilica di Santo Stefano in Bologna, Sua Beatitudine il Patriarca Pierbattista Pizzaballa O.F.M., Patriarca di Gerusalemme dei Latini e Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna. I due prelati hanno dialogato sulla situazione della Chiesa in Terra Santa, il dialogo interreligioso, il cammino verso la pace e si è parlato anche del conflitto armato che si sta affliggendo il popolo ucraino. L'evento è stato organizzato dalla Fondazione Terra Santa in collaborazione con l'Istituto Superiore di Scienze Religiose “Santi Vitale e Agricola” di Bologna.

In una basilica gremita il Patriarca di Gerusalemme, parlando sia della situazione fra Israele e la Palestina sia dell'Ucraina e la Russia, ha citato il Santo Padre Giovanni Paolo II che nell'anno 2000 scriveva: "Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono". Necessario quindi guardare alla storia con occhi limpidi e disporsi al perdono. Parlando dell'utilizzo delle armi il Cardinale Matteo Zuppi ha affermato che è un diritto difendersi e il Patriarca Pizzaballa ha distinto il piano prettamente umano che porta certamente a difendersi e a "non utilizzare un fiore davanti a chi ti punta addosso un arma" ma è fondamentale anche comprendere che "la soluzione non è produrre nuove armi". L'arcivescovo di Bologna ha sottolineato l'importanza del dialogo "anche con i cattivi" senza farsi assalire da falsi ideologismi morali. Il Cardinale Zuppi è stato uno dei mediatori nel processo di pace in Mozambico, che si svolse presso la Comunità di Sant'Egidio dal luglio 1990 ad ottobre 1992. Per questo motivo, in occasione del 39° anniversario dell'Indipendenza del Mozambico il Presidente Guebuza ha conferito Zuppi la "Cittadinanza Onoraria della Repubblica del Mozambico".

L'arcivescovo di Bologna ha infine citato Papa Francesco che nel 2017 durante il suo discorso alla comunità accademica a Bologna rivendicò il "diritto alla pace".

Diritto alla pace. Anche questo è un diritto, e un dovere, iscritto nel cuore dell’umanità. Perché «l’unità prevale sul conflitto». Qui, alle radici dell’università europea, mi piace ricordare che quest’anno si è celebrato il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, degli inizi dell’Europa unita. Dopo due guerre mondiali e violenze atroci di popoli contro popoli, l’Unione è nata per tutelare il diritto alla pace. Ma oggi molti interessi e non pochi conflitti sembrano far svanire le grandi visioni di pace. Sperimentiamo una fragilità incerta e la fatica di sognare in grande. Ma, per favore, non abbiate paura dell’unità! Le logiche particolari e nazionali non vanifichino i sogni coraggiosi dei fondatori dell’Europa unita. E mi riferisco non solo a quei grandi uomini di cultura e di fede che diedero la vita per il progetto europeo, ma anche ai milioni di persone che persero la vita perché non c’erano unità e pace. Non perdiamo la memoria di questi! Cent’anni fa si levò il grido di Benedetto XV, che era stato Vescovo di Bologna, il quale definì la guerra «inutile strage» (Lettera ai Capi dei Popoli belligeranti, 1° agosto 1917). Dissociarsi in tutto dalle cosiddette “ragioni della guerra” parve a molti quasi un affronto. Ma la storia insegna che la guerra è sempre e solo un’inutile strage. Aiutiamoci, come afferma la Costituzione Italiana, a “ripudiare la guerra” (cfr Art. 11), a intraprendere vie di nonviolenza e percorsi di giustizia, che favoriscono la pace. Perché di fronte alla pace non possiamo essere indifferenti o neutrali. Il Cardinale Lercaro qui disse: «La Chiesa non può essere neutrale di fronte al male, da qualunque parte esso venga: la sua vita non è la neutralità, ma la profezia» (Omelia, 1° gennaio 1968). Non neutrali, ma schierati per la pace! Perciò invochiamo lo ius pacis, come diritto di tutti a comporre i conflitti senza violenza. Per questo ripetiamo: mai più la guerra, mai più contro gli altri, mai più senza gli altri! Vengano alla luce gli interessi e le trame, spesso oscuri, di chi fabbrica violenza, alimentando la corsa alle armi e calpestando la pace con gli affari. L’Università è sorta qui per lo studio del diritto, per la ricerca di ciò che difende le persone, regola la vita comune e tutela dalle logiche del più forte, della violenza e dell’arbitrio. È una sfida attuale: affermare i diritti delle persone e dei popoli, dei più deboli, di chi è scartato, e del creato, nostra casa comune.

È possibile vedere l'incontro integrale al seguente link