We are in Salta, Argentina. We are following the hearings of the criminal trial against Bishop Zanchetta. Five ex-seminarians, a curia administrator, a seminarian and a priest who was in charge of the parish of Hipólito Irigoyen at the time testified today. A detail about Pope Francis also emerged.

Gli altri articoli sul processo a Mons. Gustavo Óscar Zanchetta

È mercoledì 23 febbraio 2022 e a Salta si sta celebrando la terza udienza del procedimento penale  6843/19. Imputato è Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Gustavo Óscar Zanchetta. Il primo processo penale per abusi ad un vescovo in Argentina.

Il reato contestato è abuso sessuale semplice e continuato ai danni di due seminaristi, aggravato dal fatto di essere stato commesso da un ministro di culto.

Nella giornata di ieri, martedì 22 febbraio 2022, hanno testimoniato alcuni seminaristi, tutti i vicari generali che si sono succeduti e una professionista psicologa che ha collaborato alla formazione presbiterale in seminario.

Nella giornata odierna, hanno testimoniato cinque ex seminaristi, un amministratore dell'episcopio, un seminarista, un sacerdote che a quel tempo era responsabile della parrocchia di Hipólito Irigoyen. In questo momento i giudici sono in pausa pranzo. Domani si celebrerà la quarta udienza.

La testimonianza di K.M.

"Ha messo i suoi genitali contro di me da dietro, ho reagito male, si è arrabbiato e mi ha spinto". A parlare è K. M., un giovane che frequentava il seminario quando Mons. Zanchetta era suo vescovo. È il terzo ex seminarista, oltre a M.C. e G.G.,che racconta questi episodi commessi dal vescovo amico di Papa Francesco.

K.M. ha detto che aveva paura di essere cacciato dal seminario. Ha parlato dell'abuso psicologico che gli ha fatto Zanchetta:

"Zanchetta mi ha detto che era un amico del Papa, che se avesse voluto, non mi avrebbero più fatto entrare in nessun seminario".

Non solo, ma l'ex vescovo di Orano lo avrebbe accusato di essere un "orfano emotivo" e che ha usato le informazioni personali che conosceva in ragione del suo ministero per manipolarlo.

"Ho parlato molto con lui e sapeva che con mio padre abbiamo un rapporto di pochi abbracci. Ha detto che non ho mai ricevuto un vero affetto da mio padre e che ho reagito così a chiunque mi desse una carezza o un abbraccio".

Minacce e ritorioni per far desistere i querelanti

Quando è stato chiesto al giovane perché non aveva denunciato il grave abuso, lui ha detto:

"perché ho subito un abuso più esplcito da parte di un altro prete, avevo paura in quel momento, ero disperato perché la chiesa mi ha lasciato solo".

Si riferisce alla denuncia che ha presentato due anni fa contro Fernando Paez.

Sono state presentate al tesimone due lettere attribuibili a lui, le quali si contraddicevano e lui ha raccontato di essere stato minacciato.

La prima lettera, ha detto, mi obbligò a scriverla padre Martín Alarcón. Mi chiese di mettere a verbale il motivo per cui stavo lasciando il seminario. L'altra era indirizzata al vescovo di Misiones, Mons. Andrés Stavnovnik, in cui affermavo di aver subito pressioni per scrivere contro Mons. Zanchetta. Le ho scritte sotto minaccia. Quando ho lasciato il seminario mi sono fidanzato con una ragazza di 16 anni e avevo 21 anni. Mi hanno detto che sarebbero andati a parlare con i suoi genitori perché mi denunciassero.

La testimonianza di Nicolás

Un'altra delle testimonianze contro Mons. Zanchetta è stata quella di Nicolás Rodríguez, il quale ha riferito di essere stato un testimone diretto degli abusi denunciati.

"Stavamo lasciando la messa e il vescovo è venuto ad abbracciare G. da dietro e gli ha messo un dito in bocca", ha mimato il gesto e ha detto che più tardi il giovane ha raccontato "molto imbarazzato" che in uno di quegli abbracci il vescovo "gli aveva toccato i genitali".

Ha anche detto di essere stato testimone di abbracci verso l'altro ex seminarista: « Un altro giorno l'ho visto abbracciare M., che è uscito urlando con un movimento pelvico in avanti e ha gridato: "Ecco! Me lo ha appoggiato

Diversi ragazzi e anche formatori hanno affermato che Zanchetta si aggirava nelle stanze dei giovani. Mario Burgos ha testimoniato che durante un viaggio a Los Toldos, il prete entrò nella sua stanza. "Era molto presto la mattina, ha aperto la porta e ho visto una persona entrare e stare ai piedi del mio letto. Mi sono spaventato. Penavo fosse un sogno perché ero mezzo addormentato", finché non ho parlato con il mio compagno G.: "Mi ha chiesto cosa fosse successo, visto che Monsignore era entrato nella stanza e mi aveva toccato".

Anche Luis Díaz, un amministratore dell'episcopio, lo individuò  tra le stanze, affermando che quando il vescovo era assente per un'udienza, lo cercava insistentemente in vari luoghi fino a quando non lo trovava in una piccola stanza del seminario con quattro giovani.

L'amico del Papa cercava di convincerli a non denunciare

Un ex seminarista, sentito ieri dal collegio di Salta, si è sopreso vedendo l'avvocato di Mons. Zanchetta. Ha prima indicato il banco degli imputati dicendo: “Quello là perchè è vicino a Zanchetta? È Giannotti?" E quando i procuratori gli hanno chiesto spiegazioni ha detto: "No perchè quando abbiamo denunciato quanto abbiamo subito da Mons. Zanchetta, il nostro vescovo (Luis Antonio Scozzina, OFM) ci ha mandato a parlare con Giannotti. Ora è il difensore di Zanchetta?". 

Successivamente il giovane ha spiegato fuori dall'aula che quando la procura ha iniziato a inviare le citazioni per convocare i testimoni, si sono rivolti al loro vescovo perchè avevano un pò di timore Lui li ha inviati all'avvocato Giannotti. Ciò significa che il legale era già incaricato da Zanchetta e doveva evitare questi atti. Sostanzialmente apprendiamo dalla testimonianza dei seminaristi che l'attuale vescovo, amico del Papa anche lui come vediamo nelle foto in momenti intimi e non ufficiali e di cortesia, ha tentato di convincere i ragazzi a non denunciare e a mettere a tacere tutto, tanto il vescovo Zanchetta era andato via.

I racconti di questi giovani sono toccanti. Riteniamo che anche in questa vicenda emerge un problema all'interno delle strutture ecclesiastiche. Questo problema è l'autorità. Abbiamo diversi vescovi e formatori che non sono capaci di gestire l'autorità. Un padre benedettino, il quale ha una grande esperienza con realtà di vere e proprie derive settarie, ha detto:

"Ogni volta che mi approccio a realtà problematiche, posso notare che le relazioni si svolgono in modo esclusivamente verticale, mai orizzontale. Si comunica con il proprio superiore o responsabile ma non si comunica in profondità con gli altri confratelli"

La violenza silenziosa

Questo è il problema fondamentale di numerosissime realtà ecclesiali. Si parte da strutture come seminari, case di formazione religiosa per giungere anche alle nuove espressioni della vita ecclesiale, ad esempio le associazioni laiche. C'è sempre incapacità a gestire il potere, da un lato perchè vi sono soggetti che questo scettro ce lo danno in mano e dall'altro perchè poi abbiamo paura di perderlo. Quando in un seminario tutto ruota attorno al vescovo che bisogna accontentare, al rettore che non bisogna contraddire, poi si instaurano dei rapporti malati che portano ad un abuso psicologico. Quel formatore poi creerà un sistema che è mirato ad evitare rapporti orizzontali, ovvero che i seminaristi si confrontino, si conoscano a fondo ecc...ma favorirà solo e soltanto rapporti verticali, ovvero fra il formatore e il seminarista. In questo modo nessuno metterà in discussione ciò che lui sta facendo e non gli sarà tolto il potere. Nelle testimonianze di ieri, ma anche quelle di questa mattina, si evince proprio una difficoltà da parte dei seminaristi a classificare come anomalo il comportamento di Mons. Zanchetta. Perché? Perchè uno o due erano i prescelti che venivano trattati con dovizia, loro non si rendevano conto che era per altri motivi ma se ne compiacevano perchè pensavano di fare la volontà di Dio, dall'altro c'erano alcuni che notavano questa "anomalia" ma, non rapportandosi orizzontalmente (fra loro), non trovavano spazio per dar vita a questi pensieri e li reprimevano adducendo di essere loro troppo maliziosi. È un sistema che trascina in un circolo vizioso. Purtroppo però moltissime comunità sono guidate da questo modus agendi. Comunità, Seminari, Parrocchie e intere diocesi.

Tutto questo sistema porta ad abusi psicologici e di potere, aprendo la porta ad abusi carnali. I primi però, troppo spesso, sono più deleteri dei secondi. Seppur invisibili.

Una sola testimonianza a favore

Oggi ha testimoniato il rettore del seminario che è a processo insieme a Zanchetta per la questione economica.

Si tratta di padre Manuel Guerrero, il quale ha detto che vede rabbia negli occhi dei sacerdoti contro Zanchetta. Poi ha riferito di essere accusato di far parte di una associazione illecita che ha commesso il reato di truffa ai danni dello Stato chiedendo sussidi.

La vicenda infatti riguarda il seminario San Juan XXIII, il quale non è stato sovvenzionato solo per la sua formazione, ma anche per la sua costruzione. Nel giugno 2015, il governo provinciale ha erogato i primi fondi a Mons. Zanchetta. Si tratta di quasi mezzo milione di pesos per la costruzione del seminario. Con un provvedimento (decreto 1965/15), il Ministero dell'Economia, delle Infrastrutture e dei Servizi Pubblici è stato autorizzato a "concedere una sovvenzione a favore dell'episcopio di Nueva Orán, elargito in nove (9) rate di cinquantaquattromila pesos ciascuna".

Bergoglio, di nuovo, in mezzo ai soldi

Il denaro usato per costruire il seminario era già stato contestato dai cinque sacerdoti che hanno denunciato Mons.Zanchetta. In quella denuncia alla Nunziatura Apostolica, i sacerdoti scrivevano che quelle risorse erano state gestite in modo "poco chiaro".

"In ottemperanza all'obbligo di riferire l'origine dei fondi con cui è stato costruito il seminario e sono stati eseguiti i lavori alla cattedrale, si comunica che c'è stata una vendita di una proprietà ad Aguas Blancas per 200.000 dollari e la vendita di una proprietà donata a Buenos Aires per 800.000 dollari. Zanchetta, al tempo vescovo, non presentò la prova di questa vendita e la scuola non fu consultata né fu richiesta l'autorizzazione della Santa Sede, perché, secondo Zanchetta, Sua Santità gli suggerì di non farla apparire da nessuna parte per evitare che la diocesi fosse considerata meno bisognosa".

Quindi il Papa gli avrebbe detto di mentire per poter prendere più soldi?

Un collaboratore tentò di fermare Zanchetta

"Ho fatto il possibile per impedirgli di smantellare l'episcopio. Voleva vendere molte proprietà che la Curia ha, soprattutto a Yrigoyen, dove ci sono 4 o 5 appezzamenti di terreno che sono stati acquistati molti anni fa da un prete che era francese. Se fosse stato per Mons.Zanchetta avremmo venduto tutto", ha riferito un collaboratore dell'economato.

Secondo il collaboratore del vescovo, la proprietà di cui si parla nella denuncia alla Nunziatura, oltre a non essere stata registrata, fu valutata a un prezzo più alto.

"La prima volta che Zanchetta disse che doveva essere venduta, si discusse che fosse valutata a 3 o 2 milioni di dollari. Poi è arrivato un giorno dicendo che l'aveva venduto per 800.000. Quel denaro è arrivato in Episcopio, ma non era quello di cui si era parlato, è impossibile che l'abbia venduto a quel prezzo, è un regalo, non sono convinto".

Alcune persone raccontano anche che vi sia un rapporto strano fra Zanchetta e l'autorità provinciale e comunale. I sacerdoti che hanno denunciato Zanchetta riferiscono che il governo comunale finanzia la curia  con grandi quantità di denaro, le quali vengono gestite discrezionalmente e senza nessuna trasparenza dal vescovo. Affermano anche che, il vescovo, in periodo di elezioni provinciali, ha suggerito ai seminaristi "noi siamo filogovernativi e voi dovete votare per il governatore". 

Una diocesi piccola e giovane

Diverse persone si sono chieste: "Ma come mai il Vescovo andava così spesso in seminario?". Bisogna chiarire che quella realtà non è certo come quella delle grandi diocesi italiane, pensiamo a Venegono (Arcidiocesi di Milano).

La diocesi è stata creata soltanto  il 10 aprile 1961 da Papa Giovanni XXIII, con sede nella città di San Ramón de la Nueva Orán nella provincia di Salta. Comprende i dipartimenti di General José de San Martín, Orán, Rivadavia e la parte orientale dei dipartimenti di Iruya (comune di Isla de Cañas) e Santa Victoria (comune di Los Toldos), con una superficie di 56.880 chilometri quadrati e una popolazione di più di 350.000 abitanti, dei quali si stima che il 90% sia cattolico.

La diocesi di Oran ha 25 parrocchie, 32 sacerdoti (26 diocesani), 7 diaconi permanenti, circa 60 suore e 25 istituti educativi. Comprenderete che tutti si conoscono e il vescovo la maggior parte del proprio tempo lo passerà proprio coi seminaristi. Mons. Gustavo Oscar Zanchetta è stato il settimo vescovo della diocesi (2013-2017).

Questa composizione, proprio perchè piccola,  potrebbe essere terreno fertile per persone autoritarie come Zanchetta.

F.P. e P.L

Silere non possum

Fonte: El Tribuno.