Lo Stato della Città del Vaticano, il quale per anni ha goduto di stima e attenzione internazionale, oggi sta giocando una partita che finirà per mettere in crisi la propria struttura. Cosa c’è in gioco? La credibilità. 

Il processo sul palazzo londinese in Sloane Avenue continua e le assurdità non terminano. Qualcuno, oltre Tevere, esordisce con un “non c’è mai fine al peggio”. Questo processo, inevitabilmente, si sta trasformando in un boomerang contro il Pontefice. Questo boomerang gli è stato lanciato contro dagli stessi uomini che lui ha messo in luoghi ove, fino al 2013, sono stati soggetti preparati e non “discepoli dell’ultim’ora”. 

Come abbiamo più volte evidenziato, sconvolge l’ignoranza delle persone che si ritrovano da un lato e dall’altro del tribunale vaticano. Oggi il tribunale ha consegnato la trascrizione dell’udienza del novembre 2021 e troviamo avvocati che fanno affermazioni veramente pietose. Altresì, ci sono promotori di giustizia completamente ignari di cosa sia lo Stato della Città del Vaticano e il suo ordinamento. Le vittime, andrà a finire, saranno ancora una volta gli imputati. 

“Come è noto, esordisce uno dei difensori degli imputati, il codice di rito prevede la possibilità di sentire quale testimone un Principe Reale perché questo è il codice Finocchiaro Aprile, art. 252 con determinate garanzie, ma non quella di sentire il Sovrano a cui è equiparato di fatto il Sommo Pontefice nello stato Vaticano.”

Ora, fermo restando che in nessun ordinamento troviamo avvocati che fanno riferimento al codice di procedura penale dicendo l’anno in cui è entrato in vigore, bisogna informare questi avvocati che i commi a cui fanno riferimento sono stati abrogati (ampia spiegazione si rinviene a pagina 114 del codice di procedura penale). Il codice penale e quello di procedura di uno Stato sono quelli in vigore. Punto. Non si fa riferimento ad altri codici. Il problema qui è sempre lo stesso: nessuno di questi soggetti ha ancora chiaro che a Porta Sant’Anna c’è un confine. 

Non è pensabile entrare in un’aula di giustizia della Repubblica Italiana e sentire un avvocato che dice: “No, perchè il codice di rito del 1930 afferma che…” oppure “l’articolo  tot ritiene che si debba fare così” e poi sentirsi dire che quell’articolo è stato abrogato. Come non è pensabile, lo avevamo già detto, che un avvocato francese innanzi ad un tribunale parigino dica: “No perchè in Italia il codice prevede…” 

Probabilmente il giudice francese rispondere con un bel: “e sti cazzi?”. 

L’ignoranza regna sovrana

Siamo giunti ad un punto di non ritorno, sopratutto da quando il Pontefice ha iniziato a nominare soggetti solo per il semplice fatto che erano persone di spicco ( e che persone) nel panorama italiano. Ma questo sistema palesemente non funziona. Anche la legge sull’ordinamento giudiziario è un pugno in un occhio per tutti quei giuristi che hanno lavorato al fianco anche di Pio XI per creare un ordinamento che avesse senso di esistere per uno stato peculiare come quello Vaticano. 

L’articolo 8 comma 2 recita: “ sono scelti preferibilmente tra professori universitari di ruolo o in quiescenza, e comunque tra giuristi di chiara fama che abbiano maturato una comprovata esperienza in ambito giudiziario o forense, civile, penale o amministrativo.” 

Evidentemente, secondo il ragionamento logico di cui sopra, ci si aspetta che siano esperti in ambito civile, penale o amministrativo dello Stato della Città del Vaticano. Perchè non si comprende quale attinenza possa avere il diritto civile italiano (o di altro stato in quanto non specificato dal legislatore) con quello vaticano. Nulla di tutto questo si rinviene né nei giudici né nei promotori di giustizia. 

Lo stesso pontefice poi chiarisce e dice: “In ogni caso, è assicurata la presenza di almeno un magistrato esperto di diritto canonico ed ecclesiastico.” Pertanto, essendo il diritto ecclesiastico quella materia che riguarda i rapporti con il fattore religioso, anche per legge è lo stesso Pontefice a non prevedere un esperto in diritto vaticano. Precisazione per i lettori, grande spoiler per i magistrati vaticani: il diritto canonico non è il diritto vaticano.

Il conflitto di interesse

Il primo conflitto di interesse lo si rinviene, in particolare in questo procedimento penale del palazzo londinese, sempre nell’articolo 8 comma 5 della legge CCCLI: “La Segreteria di Stato, dopo avere svolto le necessarie verifiche sulle qualità personali e sulla competenza dei candidati, sottopone la proposta di nomina al Sommo Pontefice.”

Pertanto, la Segreteria di Stato di Sua Santità, oggi parte civile nel procedimento penale sul palazzo di Londra, è la stessa che sceglie i promotori di giustizia e i giudici e li propone al Pontefice per la nomina

Inoltre, questi illustri uomini del diritto italiano, i quali non hanno neppure idea di cosa sia l’ordinamento vaticano, continuano a svolgere la loro attività in Italia come difensori e professori. Con buona pace degli ordini professionali che nulla eccepiscono in merito. In primis per la palese inopportunità di svolgere due ruoli del genere e in secundis per le assurde affermazioni che questi fanno contro qualsiasi principio del giusto processo. 

Emblematico è quanto afferma il promotore di giustizia aggiunto, Alessandro Diddi, durante la trasmissione Non è l’Arena di Massimo Giletti quando doveva difendere il suo assistito Salvatore Buzzi nel processo di Mafia Capitale. Qui il video. 

Peccato, oggi, lo stesso promotore di giustizia aggiunto stia processando queste persone con lo stesso metodo contestato in questa trasmissione. Per giunta, scandalo tirato in ballo dallo stesso giornale che criticava Diddì. Ascoltare questo intervento mette imbarazzo. 

Oggi, ancora una volta, lo stesso PdG torna a scrivere in una memoria che gli omissis sarebbero stati inseriti per esigenze investigative e addirittura ha il coraggio di affermare che le attività svolte fanno parte di attività rogatoriali. Peccato che il promotore di giustizia non abbia studiato a sufficienza la Convenzione che richiama ad esempio alle autorità italiane e l’attività svolta, senza passare dalla Segreteria di Stato con i mezzi diplomatici, sia completamente nulla e inutilizzabile.

MEMORIA DEI PROMOTORI DI GIUSTIZIA

L’unico esperto di diritto canonico, ovvero l’avvocato Gianpiero Milano, è completamente assente dalla scena che è invece trainata a gran forza dall’aggiunto Diddì. Il quale però non ha ancora capito che il promotore di giustizia è Milano e lui è solo un aggiunto. Anche la memoria presentata in data odierna è firmata dai due promotori Peroni e Diddì, manca la firma del capo dell’ufficio del promotore di giustizia. Questo modus agendi ricorda molto i sostituti PM della Repubblica Italiana che scalpitano per apparire più dei pubblici ministeri. Forse il Diddì ha spasmodica volontà di celebrare un nuovo processo scandalo “Mafia Vaticana” dove però vuole trovarsi dall’altra parte della partita.

La scelta di tutti questi promotori di giustizia, ma anche quella del presidente del tribunale vaticano, il quale ha fatto il pubblico ministero in Italia per una vita e non ha idea di cosa sia il codice di diritto canonico, è terrificante per chi finisce sotto le grinfie di un sistema che procede a processare le persone con un metodo sommario e simil turco.

Il promotore di giustizia aggiunto Diddì non ha mai visto un libro di diritto canonico o diritto vaticano. Come avevamo già anticipato, l’illustre avvocato non ha neppure idea di cosa sia il Pontificio Consiglio Cor Unum. E fa’ il magistrato in Vaticano.

Il promotore di giustizia aggiunto Roberto Zanotti ha studiato per una vita diritto penale e lo insegna all’università. Diritto penale ITALIANO! Laureato nel 79 non ha certamente studiato un codice penale che già era stato sostituto da Rocco. Non ha mai studiato il diritto canonico e non ha la più pallida idea di come funzioni la Santa Sede o lo Stato della Città del Vaticano.

Non parliamo poi dell’ultima illuminazione divina del Pontefice che ha chiamato Gianluca Perone a svolgere le attività di promotore applicato. Nella sua vita ha sempre studiato diritto commerciale, oggi lo insegna con altre materie che appunto non hanno nulla a che fare con il diritto canonico o vaticano.

La domanda è sempre la stessa: in Germania prenderebbero dei magistrati che sono completamente ignari dell’ordinamento tedesco? Senza alcun titolo in diritto tedesco?

Oggi addirittura alcuni giornalisti (o giornalai che dir si voglia) che scrivono giornaletti sugli abusi, senza alcuna competenza ovviamente, si cimentano anche in considerazioni processual penalistiche asserendo che il codice non prevede la nomina di un consulente di parte. Ora non ci resta che consigliare anche a questi di acquistare il codice di procedura penale e leggerlo, non studiarlo perché sarebbe alquanto difficile, ma almeno leggerlo.

Di seguito proponiamo ai lettori i curriculum vitae degli illustri promotori di giustizia, con preghiera di rinvenire i titoli in diritto canonico e vaticano.

G.M.
Silere non possum

Gianluca Perone
Promotore di giustizia applicato

Curriculum Vitae tratto del sito dell’Università

Gianluca Perone

Laureato presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, nell’ottobre 2002 ha conseguito il titolo accademico di dottore di ricerca in diritto commerciale.

Professore associato di diritto commerciale nell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, è attualmente titolare dell’insegnamento del diritto fallimentare presso il Dipartimento di management e diritto del medesimo Ateneo.

Componente del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Teoria dei contratti, dei servizi e dei mercati presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e, precedentemente, componente del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Tutela Giurisdizionale dei Diritti, Imprese, Amministrazioni.

Docente di diritto fallimentare presso l’Accademia della Guardia di Finanza nell’anno accademico 2018/2019

Docente di diritto commerciale presso la Scuola Marescialli dei Carabinieri dall’anno accademico 2012/2013 all’anno accademico 2018/2019

Ricercatore confermato di diritto commerciale presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Facoltà di giurisprudenza, dal 2002 al 2015.

Professore incaricato di diritto della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Corso di laurea in Scienza dei Media, dall’anno accademico 2004/2005 all’anno accademico 2012/2013.

Professore incaricato di diritto bancario presso l’Università degli Studi di Macerata, Facoltà di giurisprudenza, dall’anno accademico 2001/2002 all’anno accademico 2011/2012.

Docente di diritto commerciale presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione nell’anno 2004.

Docente aggiunto di diritto dell’economia presso il Corso Superiore della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, nell’anno accademico 2000/2001.

Titolare di assegno di ricerca in materia di “ Piccole e medie imprese e commercio elettronico“, presso l’Università degli Studi di Macerata, Facoltà di giurisprudenza, dal 1° marzo 2000 al 31 ottobre 2002.

Visiting Researcher presso la New York University – Law School nell’anno 1998.

Iscritto nell’Albo degli avvocati di Roma nell’anno 1998, dall’anno 2010 è abilitato al patrocinio dinanzi alle magistrature superiori.

Si occupa di questioni relative alla governance societaria, alla responsabilità degli organi societari, alla contrattualistica d’impresa, alla ristrutturazione aziendale ed alla gestione delle crisi di impresa, alla regolamentazione delle operazioni finanziarie, avendo maturato una elevata esperienza nei settori dei servizi bancari, assicurativi e finanziari, dell’edilizia, dell’energia, delle telecomunicazioni, della information technology, della manifattura, della logistica e del commercio.

Alessandro Diddi
Promotore di giustizia aggiunto

Curriculum Vitae – A. Diddì

Alessandro Diddi è nato a Padova il 17.05.1965. 

1989: Laurea In giurisprudenza – Università degli Studi di Roma “La Saplenza”

1992: Iscrizione presso ORDINE DEGLI AVVOCATI DI ROMA

2004: Iscrizione all’Albo dei Patrocinanti presso le Giurisdizioni Superiori

Dal 2005, dopo aver maturato esperienza quale collaboratore presso associazione professionale, è divenuto titolare del proprio Studio Legale che si occupa di diritto penale.

Nel corso degli anni ha maturato una particolare specializzazione nel settore della criminalità economica, con prevalente riguardo alle materie del reati societari, dei reati contro la pubblica amministrazione, del reati colposi (con specifico riferimento agli illeciti di natura professionale in ambito sanitario) e degli illeciti previsti dalle leggi speciali.

Ha svolto attività professionale nei principali processi svoltisi negli ultimi anni tra i quali:

Bancarotta Parmalat – Bancarotta Cirio – Processo Fastweb – Processo Why Not – Processo Telecom (dossier) – Processo Alitalla- Processo MPS –  Processo Mafla Capitale

Con D.M. 3 agosto 2006 è stato nominato componente del Comitato scientifico della Commissione di Riforma del Codice di Procedura Penale italiano, presieduta dal Prof. Giuseppe Riccio.

Con D.M. 10 giugno 2013 è stato naminato componente del Comitato scientifico della Commissione di Ritorma del Codice di Procedura Penale italiano dal Cons. Giovanni Canzio.

Dal 2000 è Ricercatore confermato di Procedura Penale all’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”

Nel 2010, il Senato Accademico dell’Università degli Studi di Milano gli ha affidato l’incarico di insegnamento e di ricerca alla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali;

Dal 2011 è professore a contratto nell’Università di Cosenza per l’insegnamento di Diritto e Procedura Penale;

Nel 2012, 2013, 2014 e 2015 gli è stato affidato l’insegnamento presso la Scuola dei Marescialli dei Carabinieri di Velletri;

All’esito delle procedure di valutazione ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale per la II fascia per il settore 12/G2.

Gli sono inoltre stati conferiti i seguenti Incarichi di docenza:

Corso di Formazione Forense istituito dall’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’

Scuola biennale di specializzazione per le Professioni Legall Istitulta dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”;

Corso di Perfezionamento di ‘Procedure Penali in Europa’, istituito nell’anno accademico 2000-2001 presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”:

DIREKTA, Master in La difesa penale. Disciplina, atti e tecniche

Su incarico della L.U.I.S.S. ha tenuto lezionl sul modelli organizzativi previsti dal d.lgs. 231/2001 e svolge attività di formazione degli avvocati su incarico di vari Consigli degli ordini territoriali.

Roberto Zanotti
Promotore di giustizia aggiunto

Curriculum Vitae tratto dal sito dell’Università

Roberto Zannotti è nato a Genova il 31 agosto 1956.

Ha conseguito la laurea in giurisprudenza nel novembre 1979, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università “La Sapienza” di Roma, con una tesi in Diritto penale.

Nel 1985 è stato nominato Ricercatore universitario di Diritto penale presso l’Università di Roma Tor Vergata.

Dal 1992 ha ricoperto l’incarico di Professore affidatario di Diritto penale amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catanzaro, corso di laurea in Scienza dell’amministrazione.

Dal 1998, essendo risultato vincitore del concorso nazionale per posti di professore universitario di ruolo di II fascia, bandito con i DD.MM. 22/12/1995 e 29/2/1996, è Professore associato ed è stato chiamato ad insegnare, dall’anno accademico 1998/99, Diritto penale commerciale e Diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari. A far data dal 1°/11/2001 è stato confermato nel ruolo di Professore associato per il settore scientifico-disciplinare IUS 17, visto il parere favorevole della Commissione giudicatrice.

Dal 31/10/2006 è stato chiamato all’ Università di Roma-L.U.M.S.A. (Libera Università Maria Ss. Assunta), alla Facoltà di Giurisprudenza, ove è titolare dell’insegnamento di Diritto penale nel corso per la laurea magistrale. Dall’anno accademico 2006/2007 insegna Diritto penale alla Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Università Roma-L.U.M.S.A.Ricopre incarichi di insegnamento anche presso l’Accademia della Guardia di Finanza in Roma e presso la Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. In quest’ultima struttura è titolare dell’insegnamento di Diritto penale dell’economia I e II al “Corso Superiore”.Nel 2007 è stato incaricato dal Formez (Centro di Formazione Studi), nel corso di alcuni seminari in tema di “Finanziamenti pubblici e legalità”, di tenere la docenza sui seguenti argomenti: “Quadro normativo di carattere penale allegato agli strumenti pubblici di incentivazione”; “Fattispecie penali e indirizzi giurisprudenziali” e “La responsabilità amministrativa delle persone giuridiche: profili generali e indirizzi giurisprudenziali”.Nel 2008 è stato chiamato dall’Universidade de São Paulo (Brasile), Faculdade de Direito, a tenere una relazione sul tema “Direito Penal Econômico”, nonché dalla Faculdade de Direito del Centro Universitário das Faculdades Metropolitanas Unidas (FMU) a partecipare al I Seminário Internacional “Responsabilidade Civil e Penal no Mundo Digital”, nel corso del quale ha tenuto una relazione sulle misure normative adottate nei paesi dell’U.E. in tema di criminalità informatica.