Fourteenth hearing in the Vatican trial on the London palace. Today Angelo Becciu was questioned.

Questa mattina si è celebrata la quattordicesima udienza del processo penale sul palazzo londinese sito in Sloane Avenue. Dalle ore 9.45 alle ore 16.45. Il tribunale dello Stato della Città del Vaticano, presieduto dal dott. Giuseppe Pignatone ha interrogato Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Giovanni Angelo Becciu. L’udienza è iniziata con una dichiarazione spontanea del porporato che è durata due ore e mezza:

Il Cardinale Becciu è stato l’unico, fino ad ora, a chiarire quali erano le funzioni e le modalità con cui lavorava il sostituto della Segreteria di Stato. Chi riveste quel ruolo, infatti, gestisce tutti gli affari in essere e si trova a stretto contatto con il Santo Padre almeno una volta a settimana. Gode di autonomia e di deleghe da parte del Segretario di Stato.

Ha poi spiegato che è necessario fidarsi dei propri collaboratori, in particolare quando vi sono questioni amministrative. Il cardinale Becciu ha precisato che monsignor Alberto Perlasca era già a capo dell’ufficio amministrativo della Segreteria di Stato prima che lui arrivasse alla Segreteria nel 2011. Il porporato si è sempre fidato, ha detto, ma Perlasca aveva anche una personalità irascibile e complicata. Un uomo permaloso e ambizioso, il quale sarebbe voluto diventare nunzio apostolico.

Becciu ha raccontato che Perlasca era caduto in preda a una profonda solitudine dopo essere stato allontanato dalla Segreteria di Stato, al punto di voler tentare il suicidio. Il Cardinale Becciu ha detto che gli inviò un sms dicendo che si sarebbe buttato dalla sua stanza e che proprio a lui aveva chiesto aiuto. Ha riferito: “Unica soluzione possibile, a suo dire, per uscire da una situazione che non gli lasciava possibilità di dimostrare la sua innocenza”. Il porporato avvertì diverse persone, tra cui la gendarmeria, e si recò personalmente a Santa Marta, dove Perlasca risiedeva. Al monsignore, quella sera fu somministrato addirittura un sedativo. Becciu ha riferito di essere stato sempre vicino a Perlasca seppur, come vedremo oltre, lo invitò poi ad una cena che fu una trappola.

Ha poi parlato del comportamento Genevieve Ciferri, amica del monsignore che ha minacciato Becciu di fargli perdere la porpora entro fine settembre 2020 se non avesse aiutato Perlasca. Il Cardinale infatti ha raccontato tutto questo anche in una citazione in sede civile innanzi al Tribunale di Como.

Anche il cardinale si è interrogato su come si possa giustificare il cambio di atteggiamento di Perlasca il quale, nel primo interrogatorio,  difendeva l’operato della Segreteria di Stato, ma successivamente ha cambiato versione.

In aula c’è stata bagarre e un clima molto teso. Il Promotore di Giustizia Alessandro Diddì, il quale non ha idea di cosa sia l’ordinamento vaticano, non ha ancora perso l’appoggio di Santa Marta e quindi gioca spavaldo in aula ma Giuseppe Pignatone ha più volte dichiarato inammissibili le domande rivolte al porporato. Il Presidente ha dovuto addirittura sospendere per cinque minuti l’udienza per calmare gli animi.

Il pentito Perlasca parte civile

Mons. Alberto Perlasca, dopo che la sua posizione è stata archiviata perchè ha deciso di collaborare con il Promotore di Giustizia, ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale che lo dovrebbe, invece, vedere al fianco degli altri imputati. È chiaro però che la scelta dei magistrati vaticani è stata quella di assodarlo come accusatore ma hanno chiuso gli occhi sul fatto che quest'uomo è stato colui che ha combinato il "grande errore", come lo ha definito S.E.R. Mons. Edgar Robinson Peña Parra.

E perchè rompere la grande catena di idiozie di questo processo? Perlasca nomina il chiacchierato avvocato Alessandro Sammarco che salì agli onori della cronaca per Virginia Raggi. Ciò che però a noi importa è che quest'uomo, come gli stessi Promotori di Giustizia e il Presidente del Tribunale non hanno idea di cosa sia il diritto canonico e vaticano. Al solito, nella Repubblica Italiana, patria di amici e parenti d'eccellenza, si prediligono coloro con il titolo di professori ma cosa insegnino alla fine non importa. Siamo pronti a sentire uscire dalla bocca di questo avvocato le stesse fini teorie della difesa Torzi. Dopo aver abbandonato l'avvocata che tentò di spiegare alla vittima di molestie sessuali nel Preseminario come farsi una vita a Roma, si è impegnato a chiedere l'ammissione al patrocinio di questo legale italiano a Mons. Alejandro Arellano Cedillo.

Eppure l'invito rivolto al monsignore comasco arriva proprio da Santa Marta, dove alloggia insieme al Pontefice. Francesco e il suo entourage non hanno apprezzato che tutti gli imputati abbiano detto, senza mezzi termini, che il Papa e i vertici della Segreteria di Stato erano costantemente informati. Probabilmente qualcuno sperava di esercitare la propria autorità morale ma non ha funzionato.

Dopo aver creato questo "grande errore", quindi, Alberto Perlasca torna all'attacco e vuole anche dei soldi di risarcimento. Lamenta di essere vittima di subornazione da parte del Cardinale Becciu e di essere stato tratto in errore in merito alla sottoscrizione degli accordi con Gianluigi Torzi. Non vorrà mica anche essere ri-assunto? Il monsignore era a capo dell'ufficio amministrativo della Segreteria di Stato, non proprio l'ultimo pretino di campagna, è pensabile che si sia fatto "trarre in inganno"? Piuttosto bisognerebbe domandarsi come mai l'atteggiamento dei Promotori di Giustizia nei suoi confronti, ad un certo punto cambia? Forse perchè Perlasca si prestò ad andare al Ristorante Lo Scarpone a Roma facendo al Cardinale Becciu le domande che nel frattempo la gendarmeria ascoltava registrando?

L'audio dell'interrogatorio di Mons. Alberto Perlasca davanti al PdG

Il gendarme ci tiene a precisare che loro in territtorio italiano non fanno attività di indagine. Sì, certo. Come quando la famiglia Orlandi organizzava i sit-in chiedendo giustizia e si ritrovava gendarmi in borghese che si intrufolavano fra la folla. Eppure le parole di Perlasca sono chiare, anzi protesta dicendo "no, guardi me lo ha detto lui" e Alessandro Diddì ha fatto finta di nulla. A chi si riferiva Perlasca? Lui chi? Se quest'uomo parla di registrazione allora ci sarà una registrazione. Oppure il Tribunale ordini una perizia psichiatrica su quest'uomo prima di ammettere l'istanza di costituzione di parte civile, perchè ciò che dice quindi non è attendibile.

L'interrogatorio del Cardinale Becciu

Durante la sua deposizione il porporato ha spiegato che l'Obolo di San Pietro nacque per supportare la Santa Sede quando questa perdette lo Stato pontificio, non con lo scopo precipuo di fare la carità. Ha poi detto che l’obolo garantiva 45- 50 milioni l’anno, i quali non erano comunque sufficienti per fare fronte alle spese di cassa, motivo per cui si rese necessario “investire il denaro”.

L’investimento di Londra, come risulta in atti, si era reso necessario dopo che fu bocciato un altro investimento su un giacimento petrolifero nella Repubblica di Angola, che era stato suggerito al sostituto da un amico che conobbe proprio quando era nunzio in quel Paese. Becciu ha dichiarato di non averlo “sponsorizzato” proprio perchè Mons. Perlasca lo aveva considerato poco sicuro.

Durante la sua testimonianza ha più volte sottolineato che aveva totale fiducia nei suoi collaboratori, e seppur venisse costantemente informato si fidava totalmente perchè li considerava più esperti in quelle materie amministrative.

Ha riferito anche in merito alle illazioni del  Cardinale George Pell, il quale aveva insinuato un trasferimento di due milioni e duecento mila dollari australiani per pagare una falsa testimonianza al processo contro di lui, Becciu ha riferito che esiste una lettera del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, inviata come nota verbale all’Ambasciata di Australia presso la Santa Sede che chiariva come quei soldi erano stati il pagamento dell’estensione del sito web .catholic, un pagamento che era stato tra l’altro autorizzato dallo stesso Pell.

L'ex prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi ha sottolineato che l’ufficio del Revisore Generale, il cui rapporto ha dato il via al processo, non può avere totale contezza delle attività di investimento della Segreteria di Stato, la quale godeva di totale autonomia e che non era soggetta nemmeno ai controlli della Segreteria per l’Economia.

Il porporato ha anche detto che per l’investimento del palazzo di Londra non sono stati usati fondi dell’Obolo, come sosteneva il rapporto del Revisore Generale, il quale, fra l'altro, “non è mai entrato nei nostri uffici perché c’era la sovranità dei fondi”. Ha poi riferito che lui sottoponeva al Papa il semestrale e alcuni casi particolari, ma che non c’erano autorizzazioni specifiche. “Io sono vecchia scuola – ha detto Becciu - in odiosis non feci nomen ponifici. Si cerca di preservare la autorità morale del Papa senza coinvolgerlo nelle cose terrene. Che non significa non informarlo, ma non dargli la responsabilità”.

L'interrogatorio del Cardinale Becciu proseguirà il 18 maggio 2022.

G.M.

Silere non possum

Dichiarazione integrale del Cardinale Angelo Becciu