The Jesuits issue a statement that raises many questions

Dopo la presa di posizione netta di S.E.R. Mons. Daniele Libanori, il Delegato per le Case internazionali a Roma ha deciso di firmare un comunicato nel quale sembra rivelare qualche particolare in più sulla vicenda. Non si tratta di trasparenza, sia chiaro, non illudetevi, ma qualche informazione "a spizzichi e bocconi", come si direbbe a Roma. Johan Verschueren, quindi, si è svegliato dopo ben 18 giorni ed ha deciso di chiarire quali sono i procedimenti a cui è stato sottoposto il gesuita Marko Ivan Rupnik. Dopo aver emesso un comunicato che si limitava a rispondere ad una nostra prima contestazione. Ce la mette tutta il delegato e dice: "condivido una cronologia degli eventi, sperando di fare un po’ di chiarezza". Purtroppo, però, come vedremo, le affermazioni di Verschueren rispondono ad alcune domande ma fanno sorgere molti altri interrogativi. Il primo di tutti è: dov'era Johan Verschueren mentre Rupnik si trovava a Loreto nel febbraio 2022? 

Il Delegato del Superiore Generale per le case internazionali a Roma ha fornito alcuni dati cronologici. Come avevamo specificato in precedenza, i procedimenti sono stati due: il primo per l'assoluzione del complice in un peccato contro il sesto comandamento, il secondo per le accuse di abusi su membri membri della Comunità Loyola. 

La condanna di Rupnik 

  • Ottobre 2018: Il Delegato della Curia generalizia della Compagnia di Gesù per le case internazionali a Roma (DIR) riceve accuse relative alla assoluzione del complice in un peccato contro il sesto comandamento da parte di p. Rupnik. La Compagnia avvia una indagine preliminare.
  • Maggio 2019: L’indagine ritiene credibili le accuse. Viene inviato un dossier alla Congregazione per la Dottrina della fede.
  • Giugno 2019: P. Verschueren, Superiore maggiore della DIR, impone delle restrizioni.
  • Luglio 2019: La Congregazione per la Dottrina della fede chiede alla Compagnia di istituire un processo amministrativo penale.
  • Gennaio 2020: I giudici (tutti esterni alla Compagnia di Gesù) affermano all’unanimità che c’è stata effettivamente l’assoluzione del complice.
  • Maggio 2020: La Congregazione per la Dottrina della fede emette un decreto di scomunica; la scomunica viene poi revocata con un decreto della stessa Congregazione poco più tardi, nello stesso mese.

Alcune questioni emergono dalle dichiarazioni di Padre Johan Verschueren. In primis, emerge chiaramente che Padre Arturo Sosa ha mentito. Nell'intervista rilasciata il 07 dicembre 2022, Sosa dice: "Non abbiamo ricevuto la denuncia noi, direttamente, ma l’abbiamo ricevuta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede [CDF]. Loro ci chiesero di svolgere un’indagine perché avevano ricevuto una denuncia. Proprio per non nascondere nulla e per indagare nel modo più trasparente possibile, abbiamo cercato investigatori che non fossero della Compagnia di Gesù". 

Falso, la Compagnia di Gesù nel 2018 ricevette una denuncia contro Rupnik. Poi, nel 2021 la Congregazione ne ricevette un'altra riguardante abusi e delegò la Compagnia per l'indagine previa.

Le "misure cautelari", oggi diventano "restrizioni". Dopo che per 15 giorni abbiamo messo in evidenza che questa terminologia è estranea all'ordinamento canonico, finalmente qualcuno si è degnato di fornire due spiegazioni. Senza riferimenti al codice, sia chiaro.

Inoltre, quali giudici? Se il procedimento è amministrativo, il giudice è uno. Perchè si parla di più giudici? 

Ma veniamo ai fatti. Se nel giugno 2019 sono state imposte delle "restrizioni", perchè nessuno ha verificato che queste venissero effettivamente rispettate? Inoltre, di quali restrizioni si tratta? Nel comunicato del 05 dicembre 2022 (retrodatato al 02 dicembre) si specificano le restrizioni, perchè ora si tacciono? Successivamente, vedremo che Padre Johan Verschueren ha sottolineato di aver imposto ulteriori restrizioni nel luglio 2021. Quali sono queste restrizioni? Cosa era permesso e cosa no a Rupnik?

Altra questio: possibile che la scomunica viene riconosciuta e dopo pochi giorni viene revocata? Nello stesso mese, specificano i gesuiti! Marko Ivan Rupnik ha esercitato per cinque anni il suo ministero da scomunicato. L'assoluzione del complice è avvenuta nel 2015 e la scomunica, in questi casi è latae sententiae. Come mai è stata revocata con questa velocità? 

Ricordiamoci che S.E.R. Mons. Giacomo Morandi, il quale ha insegnato e vissuto al Centro Aletti, era Segretario della Congregazione della Dottrina della Fede, in quegli anni.

Inoltre, perchè Padre Sosa ha parlato di condanna avvenuta nel 2019, quando in realtà avvenne nel 2020? Silere non possum, avendo i documenti del Dicastero ha sempre scritto 2020 ma è chiaro che altre persone si sono affidate al Preposito dei Gesuiti che evidentemente ha qualche problema con la comunicazione.

È doveroso specificare che, diversamente da quanto afferma Iacopo Scaramuzzi fra un copia e incolla e l'altro su La Repubblica, il presbitero che è scomunicato non è "di fatto decaduto dello stato clericale". Lo scomunicato, infatti, deve astenersi dal compiere sacramenti e sacramentali [Can. 1331 - §1] ma non decade. Non esiste la dimissione dallo stato clericale latae sententiae.

I fatti avvenuti nella Comunità Loyola

  • Giugno 2021: La Congregazione per la Dottrina della fede contatta la Curia generale della Compagnia di Gesù in merito alle accuse riguardanti padre Rupnik e alcuni membri della Comunità Loyola.
  • Luglio 2021: Il Padre Generale avvia una indagine preliminare condotta da una persona esterna alla Compagnia. P. Verschueren, Superiore maggiore della DIR, impone delle restrizioni.
  • Gennaio 2022: L’indagine conclude che esiste un caso da risolvere. I risultati vengono inviati alla Congregazione per la Dottrina della fede con la raccomandazione di avviare un processo penale.
  • Ottobre 2022: la Congregazione per la Dottrina della fede dichiara che gli eventi sono prescritti; non si può procedere al processo.
  • Continuano le restrizioni al ministero di padre Rupnik.

I quesiti, anche qui si moltiplicano. Quali sono queste restrizioni ulteriori? Perchè si è permesso a Rupnik di continuare a vivere nel Centro Aletti se nei documenti del Dicastero c'è la testimonianza di una ex consacrata che dice di essere stata abusata lì dentro? Chi sono le altre persone accusate? La compagnia dice "in merito alle accuse riguardanti padre Rupnik e alcuni membri della Comunità Loyola". Di chi si tratta? Che decisioni sono state prese in merito alle altre persone? 

Una delle contestazioni che sicuramente si possono rivolgere alla Compagnia di Gesù è proprio relativa alla vigilanza. È compito di Padre Verschueren vigilare sul rispetto delle "restrizioni" da parte di Rupnik. 

Perchè dal 21 al 25 febbraio 2022 troviamo Marko Ivan Rupnik a predicare gli esercizi spirituali a 120 presbiteri a Loreto? Perchè nel 2021 il Cardinale Angelo De Donatis affida il progetto di rinnovamento della Cappella del Seminario al gesuita?

Certo, come dice Sosa, le restrizioni non riguardano la sua attività artistica, ma è opportuno? Perchè nel 2020 Angelo De Donatis ha emesso il decreto 1021/2020 con il quale inseriva Rupnik nella Commissione per l’Arte Sacra ed i Beni Culturali? Per introdurre un religioso in un incarico diocesano, l'ordinario ha il precipuo dovere di chiedere al superiore. 

Inoltre, cosa significa "l’indagine conclude che esiste un caso da risolvere"? Quale giudizio ha dato Padre Benjamin Earl, religioso incaricato dell'indagine? L'indagine previa cosa ha appurato? Libanori, domenica 18 dicembre 2022 ha scritto: bisogna dichiarare "senza ambiguità chi è la vittima e chi l’aggressore". Padre Arturo Sosa, nell'intervista al giornale portoghese, ha detto che non c'è stata una qualificazione di "vittime".

Messaggio forte e chiaro

A queste domande non rispondono certo i gesuiti i quali hanno emesso un comunicato che, qui in Vaticano, è stato recepito forte e chiaro. In sostanza a Borgo Santo Spirito dicono: "Noi abbiamo fatto, ora la palla passa a voi che avete omesso molte attività". Questo "voi" è chiaramente la Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata da S.E.R. il Sig. Cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, il quale è ben contento di aver ricevuto già comunicazione del nome del suo successore.

Il linguaggio ecclesiastico è sempre molto chiaro. I gesuiti scrivono: "L’indagine [fatta da noi] ritiene credibili le accuse", e specificano "P. Verschueren, Superiore maggiore della DIR, impone delle restrizioni". Poi continuano con una stoccata alla Congregazione: "La Congregazione per la Dottrina della fede emette un decreto di scomunica; la scomunica viene poi revocata con un decreto della stessa Congregazione poco più tardi, nello stesso mese". Non si limitano a dire è stata revocata. Specificano che è accaduto nello stesso mese. Come a dire: "sia chiaro il trattamento riservato a Rupnik". 

Poi passano all'indagine condotta da Padre Benjamin Earl in merito alle accuse di abusi sessuali e psicologici, chiosando: "la Congregazione per la Dottrina della fede dichiara che gli eventi sono prescritti; non si può procedere al processo". Come a dire, noi null'altro possiamo fare.

"Messaggio ricevuto forte e chiaro", ha sussurrato un porporato in Vaticano questa mattina. Addirittura, il delegato dei gesuiti scrive: "invito chiunque desideri presentare una nuova denuncia o voglia discutere di denunce già presentate a contattarmi". Come a dire: se c'è qualche cosa che sfugge alla prescrizione, si va a processo. 

Eppure, qualche "carta" in mano al Generale dei Gesuiti resta. Le numerose violazioni dei "provvedimenti restrittivi", commessi da Marko Ivan Rupnik potrebbero portarlo addirittura alla dimissione dallo stato clericale. 

In conclusione, una certezza c'è: i gesuiti (ma non solo loro) hanno bisogno di un corso di comunicazione. Padre Sosa, presentandosi ai giornalisti il 14 dicembre 2022 non si è preparato neppure uno schema con le date degli eventi. Certo, il gesuita è abituato ad una schiera di amebe che non fanno domande per non disturbare il potente di turno ma, per fortuna, qualcuno che ha bussato con insistenza c'è stato. Inoltre, è chiaro che all'inizio la volontà non era quella di rispondere con chiarezza ma solo lanciare il boccone per far accontentare i "rompiscatole" di Silere non possum, scongiurando che venisse fuori altro. Eppure, è ormai chiaro che quando pubblichiamo delle cose, la situazione l'abbiamo chiara. Certo, ci aspetteremmo che le persone coinvolte agissero da sè secondo quei principi di cui spesso si riempiono la bocca ma faticano ancora ad applicare. Senza obbligarci, sempre, a pubblicare documenti. Anche perchè il nostro intento, non ci stancheremo mai di dirlo, non è quello di demonizzare Marko Rupnik ma di far comprendere come, troppo spesso, si utilizzano due pesi e due misure. 

F.P.

Silere non possum