The Jesuit Superior General reported that Father Rupnik was convicted in 2020 for absolving a woman with whom he had committed a sin against the sixth commandment.

🇬🇧 Rupnik Case: Father Sosa changes his version. Lies to defend the Slovenian Jesuit

🇪🇸 Rupnik Case: El padre Sosa cambia de versión. Mentiras para proteger al jesuita esloveno

“In praetoriis leones, in castris lepores”, diceva Sidonio Apollinare nel V secolo. Leoni quando sono a palazzo, lepri quando sono nel campo di battaglia. O semplicemente: forti con i deboli, deboli con i forti.

In questo modo si può descrivere l’atteggiamento della Compagnia di Gesù, del Dicastero per la Dottrina della Fede, e dello stesso Papa Francesco con lo sloveno Marko Ivan Rupnik. Oltre ad una buona dose di giri di parole, bugie e arrampicate sugli specchi, nessuno ha chiarito a quanti procedimenti è stato sottoposto il gesuita artista e per quali motivi è sottoposto ancora a “misure cautelari”.

Anzi, oggi tutto viene messo in discussione. 

Rupnik e l’anello di protezione

Il 07 dicembre 2022 Padre Arturo Sosa ha riferito che Ivan Rupnik si era attenuto ai provvedimenti che gli erano stati inflitti. Poi, fra le altre cose, ha detto che i provvedimenti erano di tipo “cautelare” e servivano a fare chiarezza.

Eppure, sono bastati pochi giorni, nei quali tutti erano in subbuglio a Borgo Santo Spirito, per cadere alla prima occasione pubblica con i giornalisti. L’unico che non si è posto alcun problema, ed ha vissuto serenamente, è proprio Marko Ivan Rupnik, il quale in questi giorni ha continuato le sue attività anche all’interno della diocesi di Roma.

“Rupnik si sente invincibile”, hanno riferito all’interno dell’Università Gregoriana dove è stato visto nei giorni successivi al nostro articolo. Anche in Slovenia il clero è rimasto scandalizzato dalla rete di protezione che ha avvolto il gesuita. In queste ore una lettera di un sacerdote nella quale denuncia questo sistema, sta girando.

Padre Sosa copre Rupnik

Durante l’incontro odierno all’interno della Curia Generalizia in occasione dello scambio degli auguri natalizi, la giornalista di Associated Press, Nicole Winfield ha chiesto a Sosa se Padre Rupnik fosse stato condannato per aver assolto il complice nel peccato contro il de sexto, incorrendo così nella scomunica (Can. 1378, § 1).

Il generale ha risposto affermativamente dicendo, peraltro, che i provvedimenti “cautelari” sono in essere proprio in merito a quel caso.

Il Superiore Generale dei Gesuiti, quindi, sta palesemente mentendo. Ricapitoliamo.

Il 05 dicembre 2022, il provinciale dei Gesuiti della casa romana, in una nota retrodatata, riferisce che: “Durante il percorso dell’indagine previa, varie misure cautelari sono state prese nei confronti del p. Rupnik”.

Il 07 dicembre, Padre Sosa, dice che le misure sono state mantenute perché: “vogliamo approfondire la questione, per vedere come aiutare tutti coloro che sono coinvolti”.

Silere non possum aveva sollevato diverse perplessità, soprattutto in diritto [qui].

Oggi, durante il brindisi natalizio a Borgo Santo Spirito, proprio da dove è uscito il primo comunicato in risposta al nostro articolo, Padre Arturo Sosa ha riferito che Marko Ivan Rupnik venne condannato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede per aver assolto il complice con cui aveva commesso un peccato contro il sesto comandamento.

Addirittura, il religioso ha detto, il divieto di confessare e di tenere esercizi spirituali che ora Rupnik ha, è dovuto a quella prima condanna.

Rupnik Case

La sentenza della Congregazione, infatti, risale all’anno 2020.

Ora le domande che sorgono sono molte:

  1. perché il Dicastero, quando ha giudicato il secondo procedimento che riguardava gli abusi, non ha rinunciato alla prescrizione visto il precedente?
  2. Inoltre, se Rupnik è stato condannato per aver assolto il complice, è stato ipso facto scomunicato [Can. 1378, § 1]. Il gesuita sloveno ha esercitato il ministero mentre era scomunicato?
  3. La Sede Apostolica ha tolto la scomunica? Quando?
  4. Perchè vengono chiamati “provvedimenti cautelari” se, in realtà, sono stati applicati come pene?

Sia la Compagnia di Gesù, sia il Dicastero per la Dottrina della Fede, sia il Papa stesso, devono rispondere ora alle richieste del Popolo di Dio che, scandalizzato, ha il diritto di sapere.

Il Cardinale De Donatis

La prima condanna di Marko Rupnik avvenne nel 2020. Perché il Cardinale Angelo De Donatis ha commissionato la Cappella del Seminario al gesuita sloveno?

De Donatis disse a tutti i sacerdoti che il Pontefice avrebbe consacrato la nuova cappella. In realtà, il Papa non andò. Perché? Perchè il Cardinale disse al Papa che c’era un benefattore che avrebbe finanziato il progetto ma poi ha chiesto i soldi ai presbiteri della diocesi?

Come mai, nonostante fosse a conoscenza della condanna, De Donatis invitò Rupnik a parlare al Consiglio dei Parroci Prefetti a gennaio 2021?

Come mai Angelo De Donatis, nonostante fosse a conoscenza della prima condanna e del decreto del Preposito con le restrizioni imposte, ha invitato Padre Rupnik a tenere un incontro sull’adorazione eucaristica nella Sala Tiberiade del Seminario Romano il 19 febbraio 2022?

Infine, come mai Padre Arturo Sosa dice che Rupnik ha rispettato i provvedimenti inflitti? Questi eventi dimostrano che non è stato così. Anche gli interventi di Padre Sosa dimostrano che la trasparenza non è di casa a Borgo Santo Spirito e, se proprio non si vuol dire la Verità, almeno è necessario mettersi d’accordo per mentire bene.

L.M.

Silere non possum