La settima udienza del processo vaticano sul palazzo londinese di Sloane Avenue si conclude con l'ennesimo pugno di mosche. Nulla di fatto. Molte le eccezioni delle difese che hanno ribadito la nullità di molti atti. Presenti il Card. Becciu e il Rev.do Carlino. Nella giornata odierna sono emerse delle novità sul procedimento. L'ufficio del promotore di giustizia ha avviato una richiesta di assistenza giudiziaria in riferimento alla diocesi di Ozieri (era chiaro visto le perquisizioni) ed è apparsa una nuova parte civile, l'ASIF. In tutto il procedimento vi sono quattro parti civili: Segreteria di Stato, Istituto per le Opere di Religione, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e ASIF. Per quale motivo si costituiscono parte civile non è ancora chiaro, l'Avv. Anita Titomanlio lo spiegherà il 28 febbraio 2022. Una sospensione quindi, fino alla prossima udienza del 28 febbraio 2022. In quell'occasione il promotore di giustizia dovrà rispondere alle numerose contestazioni formulate oggi dalle difese. Il 01 marzo sarà emessa una nuova ordinanza dove il Tribunale risponderà alle eccezioni formulate. Il presidente del tribunale ci ha tenuto a specificare che ci sarà la pronuncia del Tribunale "se e sottolineo se tutto sarà risolto"

Il cardinale Angelo Becciu, presente in udienza, ha parlato di quanto accaduto nei giorni scorsi.

Innanzitutto, riguardo alla Cooperativa Spes, io sono fiero e orgoglioso di aver trovato fondi per sostenere questa cooperativa che dà lavoro a sessanta ragazzi e ragazze che, come li chiama il Papa, sono “scarti” della società: ex drogati, ex carcerati, ragazzi con problemi di salute. Anche durante la pandemia non è venuta meno l’occupazione, anzi, è aumentata. È una Cooperativa, braccio destro della Caritas di Ozieri, impegnata nel problema sociale

L’accusa che mi è stata fatta è che io, inviando soldi alla Caritas di Ozieri, ho voluto favorire i miei familiari. Questa è un’accusa dalla quale mi difenderò in tribunale e che ho sempre respinto e respingo. E la respingo con la stessa documentazione dei magistrati che è contenuta nella citazione a giudizio: loro hanno accertato che sono stati inviati alla Caritas nel 2013, cento mila euro, nel 2015 venticinque mila euro, nel 2018 cento mila euro. Accertano gli stessi che i cento mila euro del 2018 sono fermi, bloccati, sono ancora nel conto della Caritas perché il vescovo deve iniziare la costruzione di una casa di servizio per i poveri che inizierà a breve. Casa che sorgerà su un terreno donato dal comune di Ozieri. I venticinque mila euro sono stati utilizzati per comprare un macchinario per panificio. Questi cento mila e venticinque mila euro erano dell’Obolo. I cento mila euro del 2013 ammettono loro stessi, erano un prestito dello IOR che io avevo chiesto e che ho restituito. Li avevo inviati in attesa che arrivassero i finanziamenti della CEI, la Cooperativa mi ha già restituito cinquanta mila euro e cinquanta mila li ho lasciati in donazione per aiutare le loro opere socio caritative. Quindi alla fine sono centoventicinque mila euro che dall’Obolo di San Pietro sono arrivati. Questi centoventicinque mila euro sono lì, quali soldi sono arrivati ai miei familiari?»

Le parole delle difese

Emergono forti perplessità su un documento a firma di Alessandro Diddì che insinua un rapporto di amicizia fra il procuratore elvetico e la difesa di uno degli imputati per cui è stata avviata una rogatoria. Diddì vuole così che si dubiti della professionalità dei procuratori svizzeri, i quali si farebbero influenzare dalle loro amicizie. Come se Diddì non avesse pubblici ministeri suoi amici. Nelle aule di giustizia italiane, la maggior parte dei pubblici ministeri sono onorari, ovvero avvocati che rivestono il ruolo di pubblica accusa. Diddì vuole dire che tutti questi si fanno influenzare dal rapporto di amicizia che hanno con i colleghi?

Eccezioni sollevate da tutti gli avvocati che lamentano violazione dei diritti umani e del giusto processo. Il legale di Mons. Mauro Carlino, riferisce che le prove depositate sono parziali e quelle non depositate servirebbero proprio a dimostrare l'estraneità del proprio assistito alle accuse formulate.  Ad esempio, il segretario di Becciu è stato accusato di essere a Londra in determinati momenti dell'operazione ma dal cellulare emerge che si trovasse a Roma. L'avvocato Mondello ha riferito: “La scelta dei Promotori di depositare solo qualcosa è turismo della giurisdizione”.

L'intervento non previsto di Diddì

Nonostante il suo intervento non fosse previsto, il quale dovrà svolgersi nella prossima udienza visto il rinvio, Alessandro Diddì è intervenuto mentre l'avvocato di Torzi riferiva "le gravi violazioni commesse". Diddì, che non sa neppure vivere un'aula di giustizia, ha detto:

Lei si sta assumendo le responsabilità di quello che dice? Attenzione alle calunnie. La prego di essere accurato nelle parole.

Un chiaro atto intimidatorio che vuole mostrare chi comanda in aula. Non quindi il presidente ma il promotore di giustizia.

G.M.

Silere non possum