Austrian bishops begin ad limina apostolorum visit

Inizia con la Santa Messa sulla Tomba del Beato Apostolo Pietro la visita ad limina apostolorum dei vescovi austriaci. Da lunedì 12 a venerdì 16 dicembre 2022, gli ordinari delle diocesi d’Austria vivranno un momento particolarmente importante del loro ministero. Saranno ospiti della Domus Sanctae Marthae e, oltre ad incontrare il Pontefice, vivranno diversi incontri con la Curia Romana.

Sarà la prima visita ad limina per S.E.R. Mons. Wilhelm Krautwaschl (diocesi di Graz-Seckau), S.E.R. Mons. Hermann Glettler (diocesi di Innsbruck),  S.E.R. Mons. Josef Marketz (diocesi di Gurk-Klagenfurt), S.E.R. Mons. Werner Freistetter (Ordinario militare in Austria). Prima visita ad limina anche per  il Rev.mo Padre Abate Vinzenz Wohlwend (Abate dell’Abbazia territoriale di Wettingen-Mehrerau).

La visita ad Limina Apostolorum

“Il rafforzamento della loro responsabilità di successori degli Apostoli e della comunione gerarchica con il Successore di Pietro”. Questo è il fine primario della visita che i vescovi di tutto il mondo compiono ogni cinque anni.

Nel momento storico che stiamo attraversando, queste visite rivestono un significato ancor più importante. Difatti, l’unità della Chiesa non è un’astratta bandiera da sventolare all’occasione prestabilita ma, piuttosto, deve essere una unità sincera da custodire e difendere, giorno per giorno, perché espressione di quella unione della Sposa con il Suo sposo, per utilizzare un’espressione cara a Paolo.

La visita ad limina è espressamente prevista dai Cann. 399 e 400 del Codice di Diritto Canonico. Si tratta di un momento centrale dell’esercizio del ministero pastorale del Santo Padre: in tale visita, infatti, il Pastore Supremo riceve i Pastori delle Chiese particolari e tratta con essi questioni concernenti la loro missione ecclesiale.

In un momento in cui si parla molto di sinodalità, quale strumento innovativo, bisogna ricordare che tale pratica è molto antica e la compì Paolo stesso. “Deinde post annos tres, ascendi Hierosolymam videre Cepham et mansi apud eum diebus quindecim” scrive nella Prima lettera ai Galati.

La Chiesa d’Austria a Roma

Nella mattinata di lunedì 12 dicembre, i vescovi celebreranno la Santa Messa sulla Tomba del Beato Apostolo Pietro. Durante la settimana avranno incontri con i diversi Capi Dicastero della Curia Romana.

Venerdì 16 dicembre 2022, gli ordinari austriaci saranno ricevuti in udienza dal Sommo Pontefice e nel pomeriggio celebreranno l’Eucarestia nella Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura.

L’ultima visita ad limina, i pastori austriaci l'hanno compiuta nell’anno 2014. Nel febbraio 2021 l’evento venne rinviato a causa delle restrizioni sanitarie.

Il Cardinale Christoph Schönborn

L'Arcivescovo di Vienna compirà 78 anni il prossimo mese. In Austria il presbiterio viennese e la stessa conferenza episcopale stanno attendendo una decisione da Roma. Schönborn vivrà la sua quinta visita ad limina apostolorum. La prima nel 1992, poi nel 1998 sempre con San Giovanni Paolo II. Nel 2005 guidò i vescovi austriaci nella visita al Santo Padre Benedetto XVI, il quale, in quella occasione, si rivolse ai presuli con queste parole: "È vero che noi Vescovi dobbiamo agire con ponderazione. Tuttavia questa prudenza non deve impedirci di presentare la Parola di Dio in tutta chiarezza, anche quelle cose che si ascoltano meno volentieri o che suscitano certamente reazioni di protesta e derisione. Voi, cari Fratelli nell'Episcopato, lo sapete bene: esistono temi, relativi alla verità di fede e soprattutto alla dottrina morale, che nelle vostre Diocesi non sono presenti in maniera sufficiente nella catechesi e nell'annuncio e che, a volte, ad esempio nella pastorale giovanile delle parrocchie o delle unioni, non vengono affrontati affatto o non nel senso chiaro inteso dalla Chiesa". Altresì, li esortava: "La scintilla dello zelo cristiano può riaccendersi. Utilizzate tutti questi doni laddove potete, ma non accontentatevi di una religiosità esteriore!". 

Il 30 gennaio 2014, l'Arcivescovo di Vienna guidò ancora i vescovi austriaci al loro primo incontro con il Pontefice eletto. L'Arcidiocesi di Vienna ha da 25 anni lo stesso Arcivescovo. Schönborn nel 2020 ha lasciato al francescano Franz Lackner la guida della Conferenza Episcopale. Forse è giunto il momento che Francesco conceda il meritato riposo al Cardinale domenicano nominando un nuovo pastore per la Chiesa che è in Vienna.

Il Sinodo in Austria

Oltre ai Dicasteri della Curia Romana, in questa settimana, la Conferenza Episcopale incontrerà i vertici della Segreteria del Sinodo.

Il sinodo, in Austria, è stato inaugurato nell’ottobre 2021. I vescovi tedeschi avranno modo di discutere il testo "Sintesi nazionale sul processo sinodale" pubblicato dalla Conferenza episcopale a settembre.

Nel documento si può leggere: “dalle sintesi diocesane emerge quasi unanimemente quanto segue: l'ordinazione femminile (almeno nella forma del diaconato), ma anche la parità delle donne al di là del ministero ordinato, è un desiderio urgente di molte donne e uomini”.

Su questo tema sono stati chiarissimi sia gli Eminentissimi Signori Cardinali Ladaria e Ouellet nell’incontro con i confratelli tedeschi, sia il Santo Padre in una intervista rilasciata ai gesuiti americani. Francesco ha ripreso la concezione di Chiesa formata da diversi "principi", ovvero le sue dimensioni fondamentali, tesi spiegata chiaramente da Hans Urs von Balthasar. Il teologo svizzero in una delle sue ultime opere si rifà al più grande desiderio espresso da Cristo nella sua preghiera al Padre "ut unum sint", e ritiene che questo dono d’unità possa diventare realtà nella chiesa, perché essa contiene in se stessa due principi d’unità: quello petrino e quello mariano. Il Pontefice ha spiegato chiaramente che alla donna è riservato quest'ultimo, il che non la rende meno importante nella Chiesa.

I vescovi, nel testo, si chiedono: “come mai sempre meno persone si sentono chiamate al sacerdozio?"  Chiaramente non vengono messe in correlazione alcune questioni che pure nel documento vengono citate. Il rapporto fedeli – presbiteri e, soprattutto, le pretese che alcuni fedeli (non tutti, ma quei pochi fanno più rumore) hanno di calpestare la dottrina e il dettato evangelico per appagare le proprie ambizioni di potere. Un atteggiamento che critica il clericalismo ma è la più grande espressione di questa piaga. La maggior parte di questi fedeli, infatti, vede il ministero ordinato come luogo di potere e, di conseguenza, chiede di potervi accedere pur non avendo i requisiti. La risposta si trasforma, quindi, in un attacco a 360 gradi al ministero sacro e alla gerarchia della Chiesa.

Nel documento, poi, vi è l’assenza completa dell’invito alla preghiera. Senza di quella, i ministri sacri e le vocazioni religiose non arriveranno mai, inutile fare programmi se non ci si mette in ginocchio. “Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”, ha detto chiaramente Gesù Cristo.

È necessario comprendere che il Sinodo sulla Sinodalità non può trasformarsi nel momento in cui la Chiesa lascia voce a coloro che non condividono la fede cattolica e vogliono spiegarci come cambiare. Al momento, questo sembra ciò che sta accadendo. Ne abbiamo parlato anche qui.

Tornano alla mente le parole di San Paolo VI il quale, nel IX anniversario di incoronazione, disse: "C’è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine, l’insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce. Dalla scienza, che è fatta per darci delle verità che non distaccano da Dio ma ce lo fanno cercare ancora di più e celebrare con maggiore intensità, è venuta invece la critica, è venuto il dubbio. Gli scienziati sono coloro che più pensosamente e più dolorosamente curvano la fronte. E finiscono per insegnare: «Non so, non sappiamo, non possiamo sapere». La scuola diventa palestra di confusione e di contraddizioni talvolta assurde. Si celebra il progresso per poterlo poi demolire con le rivoluzioni più strane e più radicali, per negare tutto ciò che si è conquistato, per ritornare primitivi dopo aver tanto esaltato i progressi del mondo moderno.

Anche nella Chiesa regna questo stato di incertezza. Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza. Predichiamo l’ecumenismo e ci distacchiamo sempre di più dagli altri. Cerchiamo di scavare abissi invece di colmarli". E si domandava: "Come è avvenuto questo?"

F.P.

Silere non possum

Sintesi sul processo sinodale austriaco