40th International Apostolic Journey for Pope Francis. Pontiff flies to South Sudan and Democratic Republic of Congo. It is the fourth trip to Africa.

Mentre si stanno preparando le valigie, in Segreteria di Stato qualcuno afferma: “Iniziamo molto male”. Il riferimento è alle polemiche che stanno emergendo nel Sud Sudan in merito alle parole del Santo Padre Francesco sull’omosessualità. Le parole del Papa, infatti, sono state fortemente criticate da Michael Makuei Lueth, ministro dell’informazione del Sud Sudan.

“Se il Papa viene a dirci che i matrimoni omosessuali e l’omosessualità sono permessi, vi diciamo di no”, ha dichiarato il politico. Non il migliore atteggiamento per accogliere quello che è stato definito il Pellegrinaggio ecumenico di Pace, diciamo.

“La nostra Costituzione è molto chiara: il matrimonio è tra sessi opposti e il matrimonio omosessuale è un crimine, un reato fondamentale”, ha dichiarato Makuei ad alcuni giornalisti.

La persecuzione degli omosessuali

Come noto, il Sudan del Sud faceva parte in precedenza del Sudan, come tale era soggetto alla legge della Sharia. Come abbiamo spiegato in questo articolo, molte di queste realtà vedono l'omosessualità prima come "una violazione della legge divina" e poi come crimine.

Secondo l'interpretazione della Sharia del Sudan del Sud, l'omosessualità era illegale e punita con pene che andavano dalle flagellazione alla pena di morte. Nel 2008 il governo autonomo del Sud Sudan ha adottato un proprio codice penale, che proibisce "rapporti carnali contro l'ordine della natura" e prescrive una pena detentiva di dieci anni.

Per questo motivo auspichiamo vivamente che Francesco colga l'occasione per stigmatizzare queste leggi che sono contrarie alla Legge di Dio. 

Michael Makuei Lueth, ministro omofobo del Sud Sudan,  è attualmente nella lista degli Specially Designated Nationals e delle Blocked Persons dell'Office of Foreign Assets Control degli Stati Uniti. Le sanzioni gli sono state comminate nel settembre 2017 dopo che sono emerse notizie secondo cui avrebbe contribuito a minare l'iniziale volontà di Salva Kiir Mayardit, Presidente del Sudan del Sud di firmare l'accordo di pace.

Anche il Regno Unito ha sanzionato il politico per aver "ostacolato il processo politico in Sud Sudan, in particolare ostacolando l'attuazione dell'Accordo sulla risoluzione del conflitto in Sud Sudan".

Il 40esimo Viaggio Apostolico Internazionale

Si tratterà di un viaggio all’insegna della pace in terre devastate da conflitti e segnate dalle crisi. È il quarto viaggio in Africa per Papa Francesco. Era previsto per luglio 2022 ma era stato rimandato per la cagionevole salute del Pontefice. "Non vedo l'ora di fare questo viaggio il prima possibile", disse il Papa. "Il Sud Sudan è una comunità sofferente. Il Congo sta soffrendo in questo momento di guerriglia", ha riferito ai giornalisti.

Con Sua Santità saranno presenti anche Sua Grazia l'Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby e Lord Wallace, moderatore della Chiesa di Scozia.

Francesco ha già vissuto un viaggio ecumenico nel novembre 2015 in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana. 

Già nel 2017, Francesco, visitando la Chiesa All Saint di Roma disse: "Per esempio io sto studiando, i miei collaboratori stanno studiando la possibilità di un viaggio in Sud Sudan. Perché? Perché sono venuti i Vescovi, l’anglicano, il presbiteriano e il cattolico, tre insieme a dirmi: “Per favore, venga in Sud Sudan, soltanto una giornata, ma non venga solo, venga con Justin Welby”, cioè con l’arcivescovo di Canterbury. Da loro, Chiesa giovane, è venuta questa creatività. E stiamo pensando se si può fare, se la situazione è troppo brutta laggiù… Ma dobbiamo fare perché loro, i tre, insieme vogliono la pace, e loro lavorano insieme per la pace".

Ad aprile 2019, Bergoglio invitò, per un ritiro spirituale in Vaticano, le autorità civili ed ecclesiastiche del Sud Sudan.

In quella occasione fu offerta una opportunità di incontro e riconciliazione nello spirito “del rispetto e della fiducia” per coloro che hanno la missione ed anche la responsabilità per lo sviluppo del Sud Sudan. Il Cardinale Pietro Parolin rammentò che il Paese era precipitato, nel 2013, in una sanguinosa guerra civile, con un bilancio di almeno 400 mila morti.

Il Papa disse: "a voi tre, che avete firmato l’Accordo di pace, chiedo, come fratello: rimanete nella pace. Ve lo chiedo con il cuore. Andiamo avanti. Ci saranno tanti problemi, ma non spaventatevi, andate avanti, risolvete i problemi. Voi avete avviato un processo: che finisca bene. Ci saranno lotte fra voi due, sì. Anche queste avvengano dentro l’ufficio, ma davanti al popolo, con le mani unite. Così, da semplici cittadini diventerete Padri della Nazione. Permettetemi di chiederlo con il cuore, con i miei sentimenti più profondi". 

Il programma

Alle ore 7.20 di domani, 30 gennaio 2023, il Pontefice lascerà lo Stato della Città del Vaticano e si recherà nella Repubblica Italiana per raggiungere l'Aeroporto di Fiumicino. Nella Repubblica Democratica del Congo Bergoglio pronuncerà sette discorsi e cinque in Sud Sudan.

All’arrivo a Kinshasa, Francesco sarà accolto dal premier Jean-Michel Sama Lukonde. Poi, al Palais de Nation, il saluto al presidente Fexlix Tshisekedi, che era stato in Vaticano nel 2020 e, a seguire, l’incontro con la società civile e con il corpo diplomatico a cui il Pontefice rivolgerà il primo discorso alla nazione.

Il secondo giorno, 01 febbraio 2023, il Pontefice presiederà la Santa Messa presso l'Aeroporto "Ndolo" di Kinshasa. Verrò utilizzato il Messale romano per le diocesi dello Zaire. 

Questo rito, approvato il 30 aprile 1988, ha alcune peculiarità: i fedeli tengono le mani sollevate durante le preghiere dette dal sacerdote e il momento di silenzio che le precedono, la dossologia della preghiera eucaristica e il Padre nostro.

L'atto penitenziale viene eseguito dopo l'omelia e la recita del Credo. Si ritiene infatti che solo dopo aver ascoltato le Scritture la congregazione sia in grado di chiedere perdono.

Si invocano i santi compresi gli "antenati dal cuore retto" ("ancêtres au coeur droit") dopo l'invocazione dei "santi patriarchi e profeti", dei "santi apostoli e evangelisti" e di "tutti i santi del cielo".

Lo scambio della pace segue immediatamente l'atto penitenziale, poiché i vangeli sottolineano la necessità della riconciliazione con il prossimo prima di offrire il proprio dono all'altare (cioè la liturgia eucaristica). 

Nel pomeriggio il Papa incontrerà le vittime delle violenza nell’Est del Paese. L'incontro avverrà nella Nunziatura Apostolica e ci saranno diverse testimonianze. Poi un discorso del Papa e un impegno di perdono da parte delle vittime. Al termine un appuntamento con i malati e i rappresentanti di opere caritative.

Giovedì, 2 febbraio 2023, il Papa incontrerà i giovani con i catechisti presso lo Stadio dei Martiri. La località è stata colpita da forti piogge proprio in queste ore ed il palco preparato per il Santo Padre è stato fortemente danneggiato.

Nel pomeriggio di giovedì, alle 16.30 il Papa si recherà presso la Cattedrale Notre Dame du Congo per incontrare i presbiteri, i religiosi, le religiose e i seminaristi. Alle 18.30 farà rientro presso la Nunziatura Apostolica per incontrare, come di consueto, i membri della Compagnia di Gesù presenti sul luogo. 

Alcune considerazioni

Silere non possum accompagnerà il Santo Padre in questo Viaggio Apostolico. Invitiamo tutti a pregare perché il programma è particolarmente fitto e il Santo Padre ha le difficoltà che conosciamo nel deambulare. Auspichiamo il Papa si inginocchi solo davanti a Nostro Signore e non ai piedi degli uomini, come avvenne ad Aprile 2019. La natura ecumenica degli eventi, deve essere proprio questa: nella diversità si dialoga ma non si rinnega se stessi. Con l'esempio, con la dottrina, con la stessa sana tradizione, si resta rivolti verso Cristo e lo si indica anche a chi non è nell'ovile. Si cercano i punti comuni ma non si deve dimenticare chi è l'unico Capo della Chiesa.

L.M.

Silere non possum

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