On the last day of his apostolic journey to Canada, Francis spent it in Iqaluit.

L’ultimo giorno del Viaggio apostolico in Canada, il Santo Padre lo ha vissuto ad Iqaluit. Il Papa, nella mattinata di venerdì 29 luglio ha celebrato la Santa Messa in privato nell’Arcivescovado dell’arcidiocesi di Quebec ed ha incontrato privatamente i membri della Compagnia di Gesù. Alle ore ore 10.30 (16.30 nella Città del Vaticano) il Papa ha incontrato una delegazione di indigeni presenti in Québec.

Francesco ha detto loro: “Sono venuto in Canada come amico per incontrarvi, per vedere, ascoltare, imparare, e apprezzare come vivono le popolazioni indigene di questo Paese. Non sono venuto come turista, sono venuto come fratello, a scoprire in prima persona i frutti buoni e cattivi prodotti dai membri della famiglia cattolica locale nel corso degli anni. Sono venuto in spirito penitenziale, per esprimervi il dolore che portiamo nel cuore come Chiesa per il male che non pochi cattolici vi hanno arrecato appoggiando politiche oppressive e ingiuste nei vostri riguardi. Sono venuto come pellegrino, con le mie limitate possibilità fisiche, per muovere ulteriori passi in avanti con voi e per voi: perché si prosegua nella ricerca della verità, perché si progredisca nel promuovere percorsi di guarigione e di riconciliazione, perché si vada avanti a seminare speranza per le future generazioni di indigeni e di non indigeni, che desiderano vivere insieme fraternamente, in armonia”. 

Ed ha aggiunto “se sono venuto animato da questi desideri, ritorno a casa molto più arricchito, perché porto nel cuore il tesoro impareggiabile fatto di persone e di popolazioni che mi hanno segnato; di volti, sorrisi e parole che rimangono dentro; di storie e luoghi che non potrò dimenticare; di suoni, colori ed emozioni che vibrano fortemente in me. Davvero posso dire che, mentre vi ho fatto visita, sono state le vostre realtà, le realtà indigene di questa terra, a visitare il mio animo: mi sono entrate dentro e mi accompagneranno sempre”. 

Il Papa ad Iqaluit

Francesco si è poi congedato dal personale dell’Arcivescovado e si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Québec da dove, alle ore 12.57 (18.57 nello Stato della Città del Vaticano) è partito alla volta di Iqaluit.

Ad Iqaluit il Sommo Pontefice ha incontrato alcuni alunni delle ex scuole residenziali nella scuola elementare. Poi ha incontratoi giovani e con gli anziani. "Poco fa ho ascoltato diversi di voi, ex-alunni delle scuole residenziali, ha detto Francesco, grazie per quanto avete avuto il coraggio di dire, condividendo grandi sofferenze. Ciò ha ridestato in me l’indignazione e la vergogna che mi accompagnano da mesi. Anche oggi, anche qui, vorrei dirvi che sono molto addolorato e desidero chiedere perdono per il male commesso da non pochi cattolici che hanno contribuito alle politiche di assimilazione culturale e di affrancamento in quel sistema educativo distorto". 

Il Santo Padre ha ribadito "siamo qui con la volontà di percorrere insieme un tragitto di guarigione e di riconciliazione che, con l’aiuto del Creatore, ci aiuti a fare luce sull’accaduto e a superare quel passato oscuro".  

Il rientro in Vaticano

Al termine dell’incontro, il Sommo Pontefice si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Ilaquit dove, alle ore 19.40 (01.40 nello Stato della Città del Vaticano), ha avuto luogo la cerimonia di congedo dal Canada. Il Papa è stato accolto dalla Governatrice Generale del Canada, l’On.le Mary Simon, all’ingresso della sala VIP dove si è svolto un breve incontro. Quindi, dopo la Guardia d’Onore e il saluto delle Delegazioni, Francesco è salito a bordo dell'aereo per fare rientro nello Stato della Città del Vaticano.

S.I.

Silere non possum